L'insieme degli elementi emersi nel processo a Raffaele Sollecito e ad Amanda Knox per l'omicidio di Meredith Kercher ''evidenzia un quadro complessivo e unitario, senza vuoti e incongruenze''. Lo hanno scritto i giudici della Corte d'assise di Perugia nelle motivazioni della condanna dei due giovani a 25 e 26 anni di reclusione per il delitto. Secondo il collegio, il quadro emerso ''comporta come esito necessario e strettamente consequenziale l'attribuzione dei fatti reato ipotizzati ad entrambi gli imputati''.
Le motivazioni della sentenza di condanna dei due imputati - che si sono sempre proclamati estranei al delitto - sono state depositate stamani. Si tratta di 427 pagine firmate dal presidente della Corte Giancarlo Massei e dal giudice a latere Beatrice Cristiani. Nel provvedimento si afferma inoltre che la Knox ''accusò liberamente Patrick Diya Lumumba di avere ucciso Meredith e l'accusò nella consapevolezza dell'innocenza dello stesso Lumumba''. Di qui la condanna della giovane di Seattle anche per il reato di calunnia.
Quello di Meredith Kercher è stato un omicidio compiuto ''senza alcuna programmazione, senza alcuna animosità o sentimento rancoroso contro la vittima che in qualche modo possano essere visti quale preparazione-predisposizione al crimine''. E' quanto emerge dalle motivazioni della sentenza di condanna nei confronti di Raffaele Sollecito e Amanda Knox. Secondo il collegio ''i fatti risultano essere stati realizzati in forza di contingenze meramente casuali''.
Nelle motivazioni si parla di ''contingenze meramente casuali che andarono a saldarsi, le une con le altre, creando una situazione che, nella combinazione dei vari fattori, resero possibile i delitti in danno di Meredith: Amanda e Raffaele che improvvisamente si trovano senza alcun impegno; incontrano casualmente (non c'è traccia di alcun appuntamento preso) Rudy Guede e si trovano insieme a questo nella casa di via della Pergola dove proprio quella sera (tra il primo e il 2 novembre del 2007 - ndr) Meredith è sola''.
Secondo i giudici ''anche il comportamento posto in essere nei confronti di Meredith dopo le violenze e l'assassinio commessi è consistito nell'averne ricoperto il corpo senza vita evidenzia, oltre a un sentimento di pietà verso la vittima, il rifiuto e quindi una sorta di pentimento per quanto commesso: rifiuto e pentimento affidati a un tale gesto di pietà''.
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