PERUGIA - Quaglia, cuculo, upupa, scricciolo e pettirosso, ma anche beccamoschino, torcicollo, strillozzo, fiorrancino e piro piro boschereccio: sono questi alcuni dei nomi, piu' o meno noti, delle 121 specie di volatili in inverno e 151 in primavera (72 delle quali da considerarsi comuni in Umbria), secondo i dati forniti dalle 1.690 stazioni di osservazione-ascolto distribuite su tutto il territorio umbro.
L'indagine, realizzata dall'Osservatorio faunistico regionale, e' stata pubblicata nel volume Monitoraggio dell'avifauna umbra (2000-2005), il numero speciale della collana I Quaderni dell'Osservatorio presentato oggi a Palazzo Cesaroni di Perugia da rappresentanti della Regione Umbria e delle Province di Perugia e Terni.
Il lavoro - riferisce un comunicato della Regione - sintesi dell'attivita' di sei anni, rientra nell'ambito del Progetto monitoraggio avifauna tuttora in corso e ''per l'alto contenuto scientifico - ha sottolineato il direttore regionale dell'assessorato all'Agricoltura e foreste, Ernesta Maria Ranieri - rappresenta una pietra miliare nello studio dell'avifauna umbra, considerando la capacita' degli uccelli di fungere da indicatori biologici. L'intero progetto - ha aggiunto - fornisce un fondamentale mezzo di indagine e di verifica della salute degli habitat e consente di valutare l'evoluzione del livello di biodiversita'''.
Le categorie ornitiche sono state studiate partendo da categorie ambientali di riferimento, individuate sulla base della Carta geobotanica della Rete ecologica regionale. Per ognuna di esse e' stata studiata la composizione dell'avifauna e sono stati ricavati i parametri caratteristici del popolamento: ricchezza media di specie, valori di dominanza, diversita', indice di rarita'.
In base alle tendenze demografiche analizzate, nella stagione riproduttiva 19 specie (28,4 per cento) risultano in aumento, 28 (41,8 per cento) risultano in diminuzione, 15 (22,4) per cento hanno andamento non certo, 5 (7,5 per cento) sono stabili.
Nella stagione invernale 22 specie (40,7 per cento) risultano in aumento, 5 (9,3 per cento) appaiono in diminuzione, 20 (37 per cento) hanno andamento non certo, 7 (13 per cento) sono stabili.
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