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L’Ance ha aperto le porte all’arte, alla sapienza del costruire, al sapere diverso nel rispetto delle professionalità, alla cultura del bello. Tutto ha inizio con il primo quadro appeso nelle pareti delle sale dell’Associazione nazionale costruttori edili con sede a Perugia nel gennaio di quest’anno, quando per due mesi si sono alternate le esposizioni degli artisti: Paolo Grimaldi, Antonio Persichini, dello scultore Amando Moriconi e di Danilo Fiorucci. “Tredici opere in mostra” è infatti il titolo di questo ciclo di mostre nato sotto la direzione artistica di Paolo Grimaldi che ha trasformato la sede dell’Associazione in un vero e proprio contenitore culturale, dove le opere d’arte contemporanee hanno abbracciato le regole del costruire, quella creazione edile che diventa a sua volta arte quando rispetta la genialità e la creatività. La collaborazione tra l’Ance e il pittore Paolo Grimaldi è nata nel 2007, chiamato a realizzare per due anni di seguito le litografie date in omaggio a tutti i soci. Da questa collaborazione si è poi sviluppata questa importante serie di eventi che chiuderà domani 28 febbraio con i lavori di Elfrida Gubbini “Silenzi dell’anima”, bassorilievi bianchi “amalgamati con esili dita e costruiti come tasselli, testimoni sospesi al filo dei ricordi”. Come da uno sritto di Bianca Maria Spironello, “…le proposte più azzardate nell’equilibrio cercato con rigore attraverso esperienze artistiche perpetuate con perseveranza e tacita passione”. Uno degli artisti, Danilo Fiorucci, che ha esposto le opere dal titolo “Attraversando Porta Nigra”, frutto degli ultimi quindici anni della sua produzione artistica, spiega: “Questa iniziativa dell’Ance è molto buona e interessante – ha detto Danilo Fiorucci – dovrebbe essere presa ad esempio da altre strutture, perché mostrano apprezzamento per l’arte e sostengono l’attività artistica del territorio”. Del successo dell’iniziativa parla anche Massimo Calzoni, presidente dell’Ance Perugia: “ Questa mostra è diventata uno dei tanti strumenti e metodi per ridare dignità ad un settore che troppo spesso viene visto come qualcosa che va a deturpare gli ambienti. Ma anche nel costruire case c’è cultura e professionalità, c’è un sapere diverso che comunque è arte. E questa ciclo di mostre vuole essere proprio espressione della cultura del bello, della valorizzazione storica e culturale delle produzioni, dell’operaio che costruisce case, come del pittore che crea la sua opera” . Condividi