PERUGIA - Emerge anche un'ipotesi accusatoria di associazione per delinquere - in relazione alla quale non e' stata comunque disposta la custodia cautelare - nei confronti di Diego Anemone, Angelo Balducci e Fabio De Santis dall'ordinanza disposta oggi nei loro confronti dal gip di Perugia. Il reato associativo non e' invece contestato a Mauro Della Giovampaola. Per il giudice e' ragionevole ritenere che tra gli obiettivi della presunta associazione per delinquere vi fosse, oltre alla corruzione, anche quello di mirare a garantire l'impunita' dal reato e quindi di attingere a notizie riservate, cosi' da vanificare eventuali indagini in corso. Nel provvedimento si rileva tra l'altro che anche Della Giovampaola non va ritenuto estraneo alla diffusione di quelle che per l'accusa sono le notizie riservate. In base alla ricostruzione accusatoria e' uno dei primi a essere chiamati da Balducci dopo quello che viene definito un ''allarmante incontro'' con l'avvocato Edgardo Azzopardi. Secondo il gip il reato contestato ai quattro arrestati - concorso in corruzione - deve ''ritenersi connesso'' con quello contestato all'ex magistrato romano Achille Toro (nella foto), indagato per corruzione, favoreggiamento e rivelazione di segreto d'ufficio addebito riguardo al quale per il giudice gli elementi sono ''addirittura sovrabbondanti''. Nell'ordinanza si ritiene ''pacifica'' la rivelazione di notizie riservate delle quali Azzopardi si avvalse, riferendole anche ad Anemone e a Balducci. Si sottolinea poi l'attivarsi dello stesso legale per procurare un lavoro a Camillo Toro dal quale provenivano le informazioni. E come ''depositario dei segreti d'ufficio'' viene individuato l'ex procuratore aggiunto di Roma Achille Toro, il padre di Camillo definito l'unico soggetto dal quale quest'ultimo potesse attingere informazioni. Condividi