Prosegue a Terni lo stato di agitazione dei lavoratori della Basell, azienda del polo chimico ternano che, secondo quanto affermato dalla proprietà, dovrà chiudere entro il corrente anno. Allo sciopero, con blocco delle portineria per impedire l'entrata e l'uscita delle merci, si è aggiunto oggi un volantinaggio per le vie del centro cittadino con la collocazione di cartelli nei quali si stigmatizza la decisione della multinazionale e si chiede alle istituzioni ed alla cittadinanza la massima solidarietà.
In una loro nota le Rsu di fabbrica rilevano che ''da molti anni a questa parte lo stabilimento di Terni risulta essere ai vertici aziendali sotto il profilo economico stabilendo performance di assoluto valore''. Sottolineano anche che ''nell'anno appena trascorso, nonostante la congiuntura economica mondiale, il sito ternano ha realizzato nove milioni di euro di utile netto'. Malgrado il raggiungimento di tutti gli obiettivi fissati ci si trova di fronte - sempre secondo i sindacati - ad una scelta aziendale che, oltre a mettere in crisi 120 famiglie, provocherà la crisi a cascata di tutte le aziende coinvolte nel sito ex Polymer, con particolare riferimento alla Treofan ed alla Moplefan che utilizzano, per i loro prodotti la materia prima fornita dalla Basell''.
Inoltre, sottolineano i sindacati, tra le aziende direttamente coinvolte e quelle dell'indotto la vicenda Basell interesserà circa 1.200 lavoratori. Intanto resta confermata per il 5 marzo la manifestazione nazionale che vedrà presenti a Terni anche rappresentanti sindacali degli stabilimenti Basell di Milano, Ferrara e Brindisi. Il concentramento dei manifestanti è previsto dinanzi allo stabilimento, in piazzale Donegani, alle ore 10 per poi raggiungere in corteo il centro cittadino.
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