basell terni.jpg
TERNI - Con una nota diramata alla stampa il gruppo consiliare del Partito Democratico di Terni si dice loro vicino e giudica la chiusura dello stabilimento " inaccettabile per la città di Terni e per l’intera Regione", perché "rischierebbe di mettere in crisi tutto il Polo Chimico ternano" ed incomprensibile "perché si tratta di una azienda sana che genera profitti". Il gruppo consiliare ed il Partito Democratico di Terni - si cice anche nel dosumento - "sosterranno pertanto tutte le iniziative messe in campo dalle organizzazioni sindacali e dai dipendenti al fine di scongiurare questo rischio". "L’approvazione da parte del Consiglio Comunale di un atto di indirizzo a sostegno della vertenza - prosegue la nota - è un primo atto concreto con cui si richiede l’apertura di un tavolo nazionale presso il Ministero dello Sviluppo Economico che affronti il tema della chiusura della Basell. Tutte le istituzioni locali (Comune, Provincia e Regione) sono impegnate al fianco dei dipendenti per rivendicare il ruolo strategico del Polo Chimico ternano che, nonostante la crisi economica, rappresenta sia in termini economici che occupazionali un valore aggiunto per la città di Terni e per la Regione dell’Umbria". "Nei giorni scorsi - si osserva ancora - è stato aperto anche un tavolo presso il Ministero dell’Istruzione relativo al tema dell’Università a Terni. Riteniamo a questo punto indispensabile richiedere la riapertura del tavolo del Patto di Territorio presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri perché è necessaria una regia nazionale per affrontare, su tutti i fronti, il tema dello sviluppo economico e sociale del territorio ternano, il suo rapporto con le multinazionali, nel delicatissimo momento di crisi economica che stiamo vivendo". Anche la Federazione Provinciale del PdCI esprime in una sua nota "profonda solidarietà e pieno appoggio, alla lotta degli operai e impiegati della Basell e dell’indotto, per impedire la cessazione dell’attività produttiva che dipende a detta della multinazionale, 'dalla sovraccapacità produttiva Europea'". "La chiusura è inaccettabile - si afferma ancora - . Ci sentiamo impegnati come Comunisti, operanti nel territorio, negli Enti Locali e nella Regione a mettere in campo ogni iniziativa, a fianco dell’azione sindacale, che impedisca l’impoverimento industriale e getti nella miseria onesti lavoratori e lavoratrici". Il documento del Pdci così prosegue: "La venuta a Terni del Ministro Sacconi, su sollecitazione ed informazione di chi è impegnato nella campagna elettorale (come si legge dalla stampa locale), la dice lunga sulla capacità di Governo della politica industriale nel nostro paese. Evidentemente le questioni del lavoro sono di secondo livello rispetto al ”processo breve, alle intercettazioni telefoniche e altro”; sono di primo piano, invece, quanto si tratta di cancellare la contrattazione nazionale con “accordo separato” impedendo, altresì, ai lavoratori di esprimersi con il referendum. Per questo ci sentiamo impegnati ad imporre, con la mobilitazione democratica, al governo di centro-destra una politica industriale che, nell’interesse locale e nazionale, salvaguardi l’occupazione e lo sviluppo economico, senza scaricare il costo della crisi sui lavoratori e lavoratrici. Riteniamo quindi indispensabile la partecipazione allo sciopero nazionale del 5 Marzo, di tutte le categorie e di tutti i cittadini Ternani". Condividi