Il sondaggio pubblicato oggi dal quotidiano a maggiore diffusione regionale sulle prossime elezioni in Umbria ha un pregio e un difetto: il pregio sta nella sua maggiore completezza poiché, oltre ad indicare le intenzioni di voto per le candidate e per i partiti, dà conto del giudizio degli elettori sulla situazione umbra e sui problemi maggiori che l’assillano, oltre ad esprimere valutazioni sull’operato del governo passato e riferire sul grado di conoscenza e di fiducia attribuito ad ogni singola candidata; il difetto è che appare un po’ datato, visto che, ad esempio, pone fra i candidati in pista anche Orfeo Goracci, sindaco di Gubbio sponsorizzato da Rifondazione Comunista e Socialismo 2000, che però si è ritirato dalla corsa dopo l’accordo programmatico stipulato fra i partiti che lo sostenevano e il Pd, che ha portato alla tradizionale ricomposizione della coalizione di centro sinistra.
Ma andiamo per ordine. In primo luogo va detto che, rispetto al sondaggio reso noto ieri dal Giornale dell’Umbria, quello odierno del Corriere dell’Umbria (datato 20 febbraio, eseguito dall’Istituto Tiepoli intervistando complessivamente 1000 elettori: 500 per provincia) riduce non di poco il distacco fra le due maggiori candidate, Fiammetta Modena, che arretra leggermente al 41% rispetto a ieri, e Catiuscia Marini che scenderebbe, invece, al 46% rispetto al 49% di ieri. Ma è proprio qui che gioca principalmente l’effetto Goracci, che con il 6% che gli è stato attribuito a livello regionale (più alto il consenso nel Collegio di Perugia dove è maggiormente conosciuto, rispetto a quello di Terni), si dimostra candidato forte, in grado di attirate vasti consensi che avrebbero eroso in maniera significativa la base sulla quale può contare la rappresentante del centro sinistra, riducendo pericolosamente le distanze rispetto alla sua pericolosa avversaria. Buon per la Marini, dunque, se alla fine l’armonia nel centro sinistra si è ricomposta.
Resta comunque il fatto che la eventuale candidatura del sindaco di Gubbio avrebbe prodotto effetti deleteri per una coalizione senza la Sinistra, qualora il maggiore partito umbro - visto che anche il sondaggio di oggi conferma il risorpasso del Pd, che guadagnerebbe 7 punti rispetto alle Europee dello scorso anno (oggi 40,5%, ieri 38,5%), ai danni del Pdl che viene dato questa volta al 35% (ieri al 35,5%) - si fosse ostinato ad imbarcare l’Udc scaricando la Sinistra.
Consistenti novità si segnalano anche riguardo alle candidature minori, con la Binetti che viene data al 4% (ieri 6%) e tutti gli altri, Coscioni compresa, assieme al Grillino Gallinella e a Donti della lista Forza Nuova-Fiamma Tricolore, a quel 3% che la candidata radicale aveva ottenuto da sola nel sondaggio reso noto del Giornale dell’Umbria.
Significativi anche i dati riguardanti la conoscenza dei candidati da parte degli elettori e la fiducia che gli elettori medesimi pongono nei loro confronti.
La conoscenza è generalmente poco elevata e nel complesso si può dire che sono sconosciuti per un elettore su due, tranne per la Marini che è la sola a superare la soglia del 50%, ma di poco (gli è stato attribuito appena un 52% a livello regionale) ed anche la fiducia goduta fra quelli che hanno dichiarato di conoscerli non è al mille. In questo senso fa comunque sensazione, ma conferma le considerazioni prima sviluppate sulla forza del candidato, il fatto che nella provincia di Perugia Goracci, con il suo 38%, segua immediatamente la Marini, data al 48%, precedendo la Modena, che è stata apprezzata solo dal 37% degli elettori e distanziando fortemente la Binetti che chiude al quarto posto, con il 28%, la classifica dei più votati.
Ma gli scostamenti più significativi fra i due sondaggi li ritroviamo nelle tabelle riservate ai partiti.
Del Pd e del Pdl abbiamo già detto. Nel centrosinistra a Rifondazione Comunista e Socialismo 2000, senza il Pdci, viene assegnato un 5% (percentuale identica a quella di ieri, però con il Pdc compreso), mentre cala sensibilmente il consenso attribuito all’Idv (3% rispetto al 4,5% di ieri). Calerebbe, ma di poco (dal 2,5% al 2%) anche Sinistra Ecologia e Libertà, con l’ingresso dei Verdi dati allo 0,5%. Non c’è, invece, alcun riferimento al Psi e al Pdci, mentre un 1% viene assegnato alla voce “altri”. Complessivamente la coalizione di centrosinistra, senza Prc-Socialismo 2000 raggiungerebbe il 46%, vale a dire la stessa percentuale assegnata alla Marini che, quindi, in questo caso non subirebbe danni da un eventuale voto disgiunto.
Nel campo del centro destra si segnala, invece, un consistente ridimensionamento della Lega Nord che viene data al 2,5% rispetto al 4,5% di ieri, mentre la Destra otterrebbe il 2%, la Fiamma Tricolore lo 0,5% e l’1% il Fed.Dem.Umbro.
Al di fuori di questi due schieramenti, l’Udc sarebbe al 5% (quindi una percentuale maggiore rispetto a quella attribuita alla Binetti), i Radicali all’1%, come i Grillini e la Lista Forza Nuova-Fiamma Tricolore.
Quanti ai problemi che sono più avvertiti dagli elettori umbri: di gran lunga al primo posto troviamo la disoccupazione e la mancanza di lavoro, indicata dal 50% degli interrogati. Seguono a scendere i trasporti (6%), la sanità (5%), come inquinamento e il traffico-viabilità, quindi i collegamenti pubblici all’interno della regione (4%), la presenza di extracomunitari (3%), la microcriminalità e la scuola (entrambe al 2%) l’esistenza di fasce deboli come anziani, disabili, ecc. (1%) al pari dello smaltimento dei rifiuti.
Alla voce "altro" è andato il 4%, mentre l’11% degli intervistati è classificato fra i “non sa”.
Detto che la “qualità della vita” umbra è stata promossa a pieni voti: abbastanza alta per il 72% e molto alta per l’8%, contro un 19% che l’ha giudicata abbastanza bassa ed un 1% molto bassa, arriviamo al gradimento sull’operato della giunta uscente che segna un 45% di abbastanza soddisfatti ed un 32% di poco soddisfatti. I molto soddisfatti sono il 2% ed il 9% si è dichiarato per nulla soddisfatto. Il 12% non ha saputo esprimere un’opinione al riguardo.
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