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Per le istituzioni umbre, la scelta della Lyondell Basell è inaccettabile e grave e rischia di colpire un territorio, quello ternano, già duramente colpito dalla crisi e un sito come quello chimico che occupa circa 1000 lavoratori tra diretti e indiretti. Secondo Regione Umbria, Provincia e Comune di Terni ci si trova di nuovo di fronte ad una scelta unilaterale della Multinazionale che non tiene minimamente conto del contesto in cui opera e delle gravi ricadute sui livelli occupazionali. Una scelta, proseguono i rappresentanti delle tre istituzioni, che colpisce gli insediamenti chimici dell’Italia ridimensionandone capacità produttiva ed occupazione. L’annunciata chiusura del sito ternano riguarda l’intero Paese, rilevano, e deve vedere una risposta ferma di tutti gli stabilimenti italiani, così come giustamente deciso dalle organizzazioni sindacali unitariamente. La vertenza Basell ora deve essere portata sul Tavolo del Governo ed a questo scopo la Regione Umbria, insieme alla Provincia e al Comune di Terni, chiede la convocazione urgente di un tavolo nazionale che veda la presenza di tutti i soggetti interessati. Sempre sul sito ternano della Basell si registrano oggi anche le prese di posizione del Pd umbro e della candidata del centro sinistra per la presidenza della Regione, Catiuscia Marini. Per il Pd regionale, che dichiara la sua vicinanza ai lavoratori, la chiusura del sito rappresenterebbe una grave penalizzazione per l'intero territorio umbro ed in particolare per la zona del ternano. "Sono piu i 500 i posti di lavoro a rischio" - si legge in una nota - e "Il Partito democratico dell’Umbria si impegnerà a delineare strategie volte a dare sostegno alla Lyondell Basell, ma occorrono certamente linee di intervento forti e coordinate sia a livello regionale che nazionale". "La crisi - si dice anche - sta provocando un duro smottamento del tessuto aziendale della nostra regione" e "LA crisi strutturale di tanti siti produttivi in Italia è la dimostrazione che le politiche adottate finora dal governo sono risultate fallimentari. E’ ora di voltare pagina perché le politiche industriali non hanno bisogno di parole bensì di azioni concrete e serie per tutelare i lavoratori e salvaguardare le aziende”. Sullo stesso tono Catiuscia Marini che considera il polo chimico di Terni un punto di eccellenza e volano di sviluppo, per cui occorre un impegno forte per mantenerlo e per tutelare i posti di lavoro. Fortemente preoccupata per la comunicazione data oggi dalla Lyondell Basell alle organizzazioni sindacali , ha dichiarato che il suo "pensiero va alle famiglie che vedono vacillare le loro certezze per il futuro", per cui si impegnerà a seguire con il massimo scrupolo la vicenda, auspicando che la dirigenza dell’azienda indietreggi da questo proposito. "L’Umbria - sottolinea ancora la candidata - non può permettersi un’emorragia occupazionale di queste dimensioni ed è sempre più necessaria una forte iniziativa coordinata delle istituzioni regionali e nazionali". "Sono vicina ai lavoratori dell’azienda - conclude - e sostengo le loro iniziative a tutela dell’impresa sul territorio e dei posti di lavoro”. Per ultima l'iniziativa del senatore Pd Francesco Ferrante, che ha annunciato un'interrogazione parlamentare urgente al ministro dello sviluppo economico con i colleghi Mauro Agostini, Anna Rita Fioroni e Paolo Nerozzi. per chiedere a Scajola di non abbandonare il polo chimico di Terni. “Lo tsunami della crisi non è affatto passato - afferma Ferrante in una nota - e rischia di abbattersi violentemente sul polo chimico della Provincia di Terni", con pesantissime ricadute occupazionali. anche nelle altre aziende del distretto industriale umbro, a causa di un drammatico effetto domino. "Si tratterebbe - aggiunge - di un colpo durissimo alla realtà sociale e occupazionale della provincia di Terni, per cui chiedo al ministro Scajola di non abbandonare al proprio destino i lavoratori ternani, e di convocare l’Osservatorio nazionale del settore chimico, invitando tutte le parti interessate, per intraprendere al più presto tutte le azioni concrete a tutela e salvaguardia delle attività della Lyondell Basell in Italia”. “La chimica e petrolchimica scontano l'effetto della crisi mondiale peggio di altri settori, perchè rappresentano l'anello della catena delle materie prime necessarie alla trasformazione dei prodotti per il comparto manifatturiero che, a sua volta, risente in prima persona della crisi. In particolare – prosegue Ferrante - la multinazionale Lyondell- Basell, che negli Stati Uniti è in fase di ristrutturazione in base alla legge fallimentare americana, sta ridimensionando tutto il comparto in Europa e quindi le preoccupazioni dei lavoratori italiani, impiegati negli stabilimenti di Ferrara, Brindisi, Milano e Terni, sono assolutamente fondate.” “Il governo apra dunque subito un tavolo di confronto a cui chiamare la multinazionale e le parti sociali per un confronto specifico sulla vertenza Basell Italia, coinvolgendo anche l’Osservatorio nazionale del settore chimico, per valutare e salvaguardare l’attività industriale del sito ternano, alla cui sopravvivenza è legato il destino di migliaia di famiglie umbre.” Condividi