CITTA' DI CASTELLO - Nel corso dell'ultima seduta del Consiglio comunale di Città di Castello il consigliere di Coalizione con Ciliberti, Franco Ciliberti, ha chiesto l’inserimento all’ordine del giorno di un punto relativo alla manifestazione organizzata da alcuni cittadini presso l’ex Fat e più in generale al Contratto di quartiere. Il consiglio ha approvato all’unanimità la richiesta e ha proceduto al dibattito che si è svolto alla presenza di molti cittadini.
Lo stesso Ciliberti ha parlato di manifestazione gioiosa e pacifica, dicendosi stupito "che qualcuno abbia pensato di rivolgersi alle forze dell’ordine, dal momento che esprimeva il protagonismo dei cittadini, che spesso rimproveriamo per la scarsa partecipazione e il poco senso civico", per poi riaffermare la posizione del suo gruppo che ritiene da sempre "che si debba andare alla perequazione urbanistica, spostando altrove i volumi del complesso, e al recupero del vecchio ospedale" .
"Alla proprietà - ha concluso - chiediamo di ritirare le denunce: è fallita la via giudiziaria al Socialismo sovietico, alla Prima Repubblica, visto che la Seconda è più corrotta della prima", per cui si è appellato all'Amministrazione comunale "affinché intervenga sulla proprietà perché il confronto sull’ex Fat torni nell’alveo della dialettica".
Al termine di un lungo dibattito che ha visto la partecipazione dei rappresentanti di tutti i gruppo consiliari, il sibndaco, Fernanda Cecchini, ha reso nota l'intenzione della proprietà di recedere, anche su sua richiesta, dall'azione giudiziaria.
Sul fatto la Cecchini ha comunque affermato che come sindaco "non può dire che salire sui tetti sia una modalità legittima per esprimere dissenso perché il sindaco non può avallare un comportamento pericoloso”. “Ho già dichiarato agli organi di informazione - ha poi aggiunto - che non trovo niente di male nella manifestazione"...
Quindi una frecciata indirizzata al consigliere Ciliberto, quando ha ricordato come negli anni novanta "il prg aveva aveva individuato il possibile abbattimento dei capannoni per il recupero dell’area. Nove anni fa ho trovato un Prg approvato che recitava questo, anche se i metri cubi erano passati da quarantamila a venticinquemila. Ho portato avanti le indicazioni. Quel piano così male e pieno di mostri non era perché dai verbali agli atti del prg, Ciliberti motivava il suo voto a favore, promettendo che avrebbe vigilato che tra le parole e i fatti non ci fosse scollamento. Quanto fatto con il Contratto di quartiere era quanto scritto nel prg: allora erano terminate le pavimentazioni, le ristrutturazioni delle piazze e da lì ho iniziato per andare ad un progetto organico di risanamento e rigenerazione, sapendo che più di un terzo degli edifici sono beni culturali pubblici".
"È chiaro - ha quindi aggiunto - che in campagna elettorale si accendono i toni, ma i cittadini non votano sulla base di quello che diciamo stasera. La realtà è che abbiamo terminato parte delle mura e lo stralcio successivo è cantierabile, abbiamo aperto l’Auditorium di Sant’Antonio e ripavimentato Piazza Gioberti, Palazzo Bufalini ha bisogno solo di piccoli adeguamenti funzionali, il giardino della Pinacoteca è stato recuperato. È in corso completamento Palazzo Vitelli a San Giacomo con un milione e mezzo cofinanziato dal comune che permetterà di aprire la nuova biblioteca, è terminato il progetto di riqualificazione di San Filippo. In questo quadro di interventi si pone anche l’ex Fat, che è di proprietà privata: il Contratto di quartiere ci è sembrato uno strumento per sollecitare interventi che sono nella libera disposizione di soggetti non pubblici e con interessi diversi da quelli generali. All’epoca della redazione ci fu partecipazione e il progetto ottenne sei milioni di euro, in grado di mobilitarne quasi trenta e di riservarne due al pubblico, con i quali abbiamo realizzato o andiamo a realizzare la Piazza dell’archeologia, la rotatoria di Porta San Florido, lo stralcio delle mura urbiche
in itinere, la porzione dell’ex ospedale in via Cesare Battisti, che vorremmo destinare alle giovani coppie, la pavimentazione di via Borgo Farinario e il parcheggio in via Martin Luther King".
"L’edilizia concordata - ha quindi ha proseguito Cecchini - non è edilizia pubblica ma prevede che il prezzo delle locazioni non possa superare quello di mercato e che il contratto debba durare almeno otto anni. Abbiamo proseguito questo disegno ideale nel Puc2, mettendo a rendicontazione l’acquisto del Chiostro di san Domenico, la pavimentazione di Piazza Gioberti, di Piazza del Garigliano, via San Florido, la parte finale di Corso Vittorio Emanuele, la porzione di mura di Santa Maria Maggiore e subito dopo il Mercato coperto. È una visione d’insieme, concatenata: le risorse per Palazzo Vitelli a San Giacomo già deliberate ed il Puc2 è già finanziato. Il quadro tiene insieme dodici, tredici milioni di euro".
"Mi vergognerei - ha concluso il sindaco - se non avessi fatto interventi per riqualificare questa città. Ci sono invece fatti concreti e insieme la volontà di confrontarci, con i cittadini e con la consulta, eletta direttamente dai residenti e coinvolta nella decisione. All’ex Fat non c’è un prato ma il degrado: abbiamo concordato con consulta, comitato e Soprintendenza di demolire i capannoni, verificare che cosa c’è sotto e quindi verificare la possibilità di andare avanti con quel progetto o fare modifiche. Allo stesso tempo abbiamo dato la disponibilità a lavorare ad una variante della Piazza dell’Archeologia che non è più privata ma dell’Amministrazione comunale, perché insieme alla cessione gratuita del Cenacolo questo era nei patti con la Fintab. Quanto all’ultimo progetto presentato, ridimensiona i metri cubi: ha ragione Alcherigi quando dice che bisogna intervenire in altre zone della città per individuare quali sono le causa di una residenza a tratti depauperata. Non è il miglior progetto possibile ma il miglior punto di approdo: l’entità dei finanziamenti non giustificano uno scempio ma ci aiutano a rigenerare il quartiere. Quanto ai centri commerciali, è l’Europa che liberalizza il settore e i Comuni non possono che adeguarsi. Credo che mantenendo un contatto aperto con consulta, cittadini, comitato si possa governare il percorso del contratto di quartiere".
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