“Quando l’azione per migliorare la sicurezza sul lavoro si fa insieme e in una logica partecipativa diviene più efficace e può davvero produrre risultati concreti”. Questo è quanto ha sostenuto il segretario regionale Cisl Umbria Claudio Ricciarelli che è intervenuto alla Conferenza stampa del 23 febbraio, che si è tenuta presso la sede di Confindustria Umbria, per illustrare il “Progetto sicuramente”, al quale stanno lavorando le agenzie di formazione Sfcu, Enfap, Smile e Ial per promuovere la diffusione della cultura della sicurezza sul lavoro in Umbria e la promozione di un approccio partecipativo alla valutazione dei rischi.
Tale progetto è stato elaborato da Cgil, Cisl e Uil e Confindustria Umbria, finanziato da Fondoimpresa. “Dobbiamo e possiamo credere che anche con questo progetto di formazione –ha affermato Ricciarelli- si può contribuire a cambiare e migliorare le cose nei luoghi di lavoro a partire dalla promozione di una cultura più avanzata della sicurezza. Questa, infatti, deve diventare sempre più “coscienza civica” nel lavoro".
"E’ davvero paradossale –ha sottolineato il segretario cislino- che nel nostro Paese esista una delle normative più avanzate in materia di salute e sicurezza sul lavoro ma, nel contempo, si registrano indici di infortuni sul lavoro fra i più alti in Europa. Questo significa che non bastano buone norme, ma si devono cambiare anche approcci e comportamenti da parte dei soggetti proposti alla sicurezza. Non basta applicare le norme solo formalmente, ci vuole un approccio partecipativo e sostanziale di imprenditori e lavoratori. Questo lo si può facilitare attraverso anche l’informazione e la formazione. Atti importanti, come la predisposizione del Documento di valutazione dei rischi e il conseguente Piano di sicurezza, non devono essere solo obblighi burocratici, utili solo a mettersi al riparo da eventuali sanzioni".
"Al contrario - ha sostenuti Ricciarelli -, questi devono essere momenti effettivi di partecipazione dei lavoratori, di diffusione di conoscenze e informazioni, di presa di coscienza, di promozione di un sistema di responsabilità da parte dei soggetti preposti, solo così si potrà facilitare l’individuazione concreta dei rischi rilevanti connessi al processo produttivo e fare prevenzione per davvero. Promuovere un’idea di sicurezza non può e non deve essere quindi concepito come un costo da comprimere o magari da aggirare ma, invece, come un vero e proprio investimento utile a migliorare la qualità del fare impresa".
"Questo –ha spiegato anche il segretario- è ancora più vero, in un contesto di economica globale dove ciò che fa davvero la differenza, nella competizione fra impresa, è la qualità, l’innovazione, la conoscenza, la valorizzazione del capitale umano e, quindi, la centralità della persona anche nel lavoro, nella sua sicurezza e tutela della sua salute. Anche per questo –ha concluso Ricciarelli- la promozione di un sistema di relazioni sindacali di stampo partecipativo e un rafforzamento della bilateralità può aiutare a conseguire questi obiettivi e risultati”.
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