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PERUGIA - Una fotografia “in tempo reale” della situazione economica e sociale delle cooperative umbre di servizi. Uno strumento che fornisce lo stato di salute delle imprese cooperative; un Rapporto, come ha spiegato Adirano Padiglioni, Presidente Ancst/ Legacoop Umbria, che assume i connotati di uno strumento identitario, ma anche momento di confronto e di conoscenza tra imprese cooperative con le imprese non cooperative, su quegli indicatori che si presentano come i più fortemente caratterizzanti e differenzianti rispetto ai mondi profit e non profit. All’interno del Rapporto Sociale, presentato stamattina, presso la Sala Fiume di Palazzo Donini, (Corso Vannucci Perugia), sono stati resi noti i dati aggregati (valore della produzione; risultato d’esercizio; livello d’indebitamento; Investimenti) relativi al consuntivo 2009 e le previsioni economiche per il 2010. Nel Rapporto sono stati presentati gli andamenti economici settoriali (cooperative di Multiservizi e Movimentazione Merci – Cooperative sociali di tipo A e B – Ristorazione – Turismo, Cultura e Ambiente – Trasporto Persone). Si tratta di dati riferiti ad un comparto che in Umbria conta 98 imprese con 7.774 soci e 9556 occupati che nel 2009 ha registrato un valore della produzione aggregato di 364.504.495,37 euro. La rilevazione di sistema - è stato spiegato - è stata effettuata coinvolgendo tutte le associate attraverso la somministrazione di un questionario. Il tasso di risposta al questionario è stato pari al 55% delle imprese che rappresentano il 66% del valore della produzione. I dati contenuti nel rapporto sono frutto dell’elaborazione dell’Associazione Regionale. Il 2009 I risultati della rilevazione effettuata evidenziano come il valore della produzione aggregato delle cooperative di servizi nel 2009 abbia fatto registrare un incremento di oltre 7 milioni di euro (+2%) passando da 357 a 364 milioni di euro. Nel 2009 l’andamento del valore della produzione è positivo anche se si registra un frenata nel tasso di crescita del valore della produzione aggregato. Ponendo il valore della produzione 2006 = 100 è possibile osservare come nel biennio 2007-2008 il valore della produzione aggregato sia cresciuto del 16% (con una crescita media annua dell’8%) mentre l’incremento previsto per il 2009 è pari al 2%. Quindi, anche se in ritardo rispetto al sistema economico regionale, anche le cooperative di servizi registrano una frenata nella crescita del valore della produzione che è comunque superiore al tasso di inflazione registrato nello stesso periodo. I settori maggiormente colpiti in termini di valore della produzione sono quelli che si rivolgono al consumatore finale (su tutti il settore turistico) ed il settore dei servizi alla produzione (su tutti la logistica ed il trasporto merci) che hanno risentito rispettivamente della riduzione dei consumi delle famiglie e del crollo della produzione industriale. Nel corso della mattinata sono stati presentati anche i risultati di un’indagine contenuta nel Rapporto Sociale, realizzata dall’Associazione Regionale che ha coinvolto gli imprenditori cooperativi e di un’altra rilevazione realizzata da SWG per Legacoop Nazionale sul rapporto delle giovani generazioni con lavoro e futuro. Le aspettative per il 2010 Dopo aver analizzato alcuni dati relativi al 2009 che, senza essere esaustivi permettono di cogliere una tendenza, andiamo ad descrivere quali sono le aspettative per il 2010. Per quanto riguarda il valore della produzione ed il risultato di esercizio le aspettative per il 2010 sembrano confermare l’andamento del 2009. L’86% delle cooperative prevede un valore della produzione uguale o maggiore a quello realizzato nel 2009, mentre il 73% delle cooperative stima che il risultato di esercizio del 2010 sarà maggiore o uguale a quello registrato nel 2009. Le aspettative in merito al livello di indebitamento evidenziano come il 29% delle cooperative ritiene che il livello di indebitamento per il 2010 sarà maggiore che nel 2009, mentre le altre valutano il livello di indebitamento per il 2010 uguale o minore al dato 2009. Sul fronte degli investimenti invece solamente il 18% delle cooperative prevede un incremento degli investimenti per il 2010. Questi dati si prestano a molteplici interpretazioni. Intendiamo evidenziare due aspetti: la stabilità, anche nelle aspettative 2010, delle cooperative di servizi ed un atteggiamento prudente verso il futuro, testimoniato dal fatto che l’82% delle imprese prevede per il 2010 un livello di investimenti uguale o minore a quello realizzato nel 2009. Sarà importante evitare che la giusta prudenza degli imprenditori cooperativi non si trasformi in un atteggiamento conservativo che, se è in grado di dare risultati soddisfacenti nel breve periodo, rischia di essere estremamente pericoloso a medio-lungo termine. I giovani I giovani dimostrano di avere più fiducia nelle imprese cooperative piuttosto che nelle imprese di capitali. I giovani che intervistati hanno risposto di avere molta o abbastanza fiducia nelle imprese cooperative sono infatti il 74% nella fascia di età 18-24 anni e il 75% nella fascia di età 25-34 anni. Mentre i giovani che hanno risposto di avere molta o abbastanza fiducia delle imprese di capitale sono il 58% nella fascia di età 18-24 anni ed il 59% in quella tra 25-34 anni. Questa fiducia cresce nelle imprese cooperative mentre tende a diminuire nelle società di capitale. Il 29% dei giovani tra i 18-24 anni ha dichiarato di aver diminuito il proprio livello di fiducia nelle imprese di capitale, percentuale che sale al 33% nella fascia di età 25-34 anni. Solamente il 6% dei giovani tra i 18-24 ani ed il 13% di quelli tra i 25-34 anni ha dichiarato di aver diminuito il livello di fiducia negli ultimi 3 anni nelle imprese cooperative. I giovani chiedono alle cooperative di continuare a svolgere una delle funzioni originarie: costituire un’alternativa al sistema economico vigente. Questa è l’opinione del 41% dei giovani tra i 18-24 anni e del 33% di quelli tra i 25-34 anni. In coerenza con questi dati i giovani intervistati dichiarano che le cooperative fanno bene al mercato. Infine la cooperativa è vista come uno strumento dinamico e come una “strada percorribile”. I giovani che, avendone le possibilità, si dicono certi di avviare un’impresa in forma cooperativa sono pari al 27% tra i 18-24 anni ed al 27% tra i 25-34 anni. Si tratta di dati importanti che danno la lettura dell’andamento economico delle cooperative nell’anno della crisi, il 2009, appunto. “La recessione - ha sottolineato il presidente Padiglioni – deve essere un’occasione per trasformare il sistema produttivo in modo da poter affrontare i nuovi scenari, macro e microeconomici, a cui ci troveremo di fronte a crisi terminata”. Come si legge dai dati, ad oggi le imprese cooperative hanno avuto un impatto con la crisi molto contenuto, grazie alle loro specificità: il patrimonio accumulato e destinato a riserve indivisibili ha messo le imprese cooperative al riparo dagli effetti negativi della contrazione del credito e della liquidità, conseguente alla crisi finanziaria. L’intangibilità delle riserve e del patrimonio è stato il presupposto fondamentale per garantire la continuità e la stabilità dell’impresa e dei posti di lavoro, e per soddisfare allo stesso tempo il patto intergenerazionale, uno dei principi fondanti della cooperazione. È evidente che se la fase recessiva dovesse permanere, anche per molte cooperative si porrebbe l’esigenza di assumere decisioni di riorganizzazione e di riforme. Per questo occorre definire sia gli strumenti utili per fronteggiare la crisi, sia le azioni di innovazione che facciano trovare le imprese preparate per il nuovo contesto che verrà. Restano i soliti problemi: il ritardo dei pagamenti degli enti locali e delle Asl e le procedure di affidamento dei servizi tendenti frequentemente al massimo ribasso. Sono intervenuti: - Adriano Padiglioni, Presidente Ancst/ Legacoop Umbria Presentazione del Rapporto Sociale - Andrea Bernardoni, Ufficio Economico Legacoop Umbria - Loris Nadotti, professore ordinario di Economia degli Intermediari Finanziari presso l'Università degli Studi di Perugia - Fabrizio Bracco, Presidente del Consiglio Regionale dell’Umbria Condividi