di Marco Casavecchia
Quindici giorni per preparare la partita che avrebbe dovuto rilanciare il Grifo in zona play off. Quindici giorni per provare schemi ed uomini, magari con qualche partitella amichevole (mai fatta). Quindici giorni per scoprire che Stamilla e Martini non servivano più a questa squadra, sostituiti da un La Vista, ieri sulla sufficienza, quindi niente di che, e da un reintegrato Del Core, capace di mangiarsi dei gol che gridano vendetta (ma Martini cosa ha che non va, visto che è il giocatore con la media gol/minuti più alta?).
Quindici giorni per scoprire che non abbiamo un terzino destro (nemmeno tra i giovani) capace di sostituire due terzini destri adattati al ruolo. Quindici giorni di tempo per scoprire che dal mercato non è arrivato un centrocampista che potesse fare la differenza lì in mezzo. Quindici giorni di tempo per scoprire che, contro il Viareggio capace di segnare solo sei gol in tutte le partite casalinghe, avremmo schierato tre difensori puri, di cui due lenti come TIR in manovra.
Quindici giorni per scoprire che, sotto di un gol, dopo appena una manciata di secondi, le sostituzioni di Menassi, La Vista e Del Core sembravano più frutto della disperazione che figlie di un’idea tattica ben precisa. Le sconfitte a Figline, Alessandria, Viareggio, inframezzate dallo striminzito punticino di Monza, non sono dovute ad episodi sfavorevoli o conseguenza di casualità avverse e negative, ma dall’incapacità di gestire una situazione che da ogni punto di vista la si guardi, fa acqua. Un presidente emarginato da tutto l’ambiente e solo, alle prese con i conti che non tornano mai; una guida tecnica che, probabilmente in un altro ambiente potrebbe fare la sua figura, ma non certo a Perugia, dove si è stanchi della mediocrità e dell’improvvisazione; uno spogliatoio che sembra, ma forse è solo un’errata impressione, avere troppo peso su certe scelte; un Ds, a cui si chiedeva solo di pescare due o tre elementi che potessero fare la differenza … in meglio: una mezzala o un regista, un terzino destro, una punta. Invece ne sono arrivati sei, di cui si perderà ogni traccia dopo la fine di questo campionato.
Magari, forse, scopriremo che un Della Rocca o un Urbano o lo stesso Perrulli, provati anche cambiando modulo in questi quindici giorni, ieri sarebbero tornati utili. Questo però, ormai, non lo sapremo mai. “Finché c’è guerra c’è speranza”, recitava il titolo di un vecchio film di Albertone nazionale, per cui tanto vale provarci, con la mente sgombra ed il cuore in pace, senza troppe illusioni, né pensando che ieri non sia successo niente. Ma troppe battaglie ha perso il Grifo, per poter pensare di vincere la guerra.
Buon grifo a tutti.
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