La corruzione è un fenomeno diffuso soprattutto nelle regioni del Sud ed in Lombarbia. E' quanto emerge dai dati del Servizio Anticorruzione istituito presso il Ministero dell'Innovazione nella Pubblica Amministrazione che ha diffuso solo tre mesi fa il suo primo rapporto al Parlamento.
Ai primi cinque posti nella classifica delle denunce per reati corruttivi ci sono infatti Sicilia (13,07% del totale), Campania (11,46%), Puglia (9,44%), Lombardia (9,39%) e Calabria (8,19%). Il Lazio, sede della amministrazioni centrali, si colloca a metà classifica (6,67%) mentre le regioni più 'virtuose' sono Valle d'Aosta (0,50%), Molise (1,23%), Liguria (2,06%), Friuli Venezia Giulia (2,08%), Trentino Alto Adige (2,13%) e Umbria (2,15%).
Da segnalare un dato interessante: le regioni più virtuose sono anche quelle dove si denuncia di più in rapporto al numero di funzionari pubblici. In Trentino le denunce sono oltre 28 per ogni 1.000 dipendenti pubblici mentre tra le regioni che fanno registrare valori assoluti più alti di denunce per reati corruttivi, come la Lombardia, il numero di denunce per 1.000 dipendenti è tra i più bassi (solo 4,25).
UNA 'TASSA' DA MILLE EURO A TESTA
La corruzione in Italia ha un impatto devastante sull'economia, sull'immagine e sulla morale del Paese e rappresenta una ''tassa'' di 1.000 euro a testa, neonati compresi. Le stime parlano di un costo della corruzione compreso tra i 50 e i 60 miliardi di euro l'anno ma si tratta, appunto, di stime perché dai dati ufficiali emerge un femomeno ''iceberg'': ''Quello che vediamo è solo la 'punta' che emerge sopra il pelo dell'acqua'' sottolinea il Ministero. I dati piu' visibili sono infatti quelli delle denunce per reati riconducibili a fenomeni corruttivi. Tra il 2004 ed il 2008 sono state 3.200-3.400 l'anno con un picco di 5.499 denunce nel 2006. Il reato più diffuso, lo stesso emerso nelle cronache di questi giorni, è quello di truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche che da solo rappresenta un terzo delle denunce (il 32% del totale). Questo dato, sottolinea il Servizio Anticorruzione ''fotografa molto probabilmente la crescente attenzione della criminalità organizzata volta a trarre un vantaggio illecito dai finanziamenti pubblici''. Se poi a questa fattispecie di reato si aggiungono quelle di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato e malversazione a danni dello Stato si arriva a consatare che i reati che implicano una 'deviazione' dei finanziamenti pubblici rappresentano al 47% del totale delle denunce. Il secondo reato più frequente è quello di abuso di ufficio (27,2% delle denunce). Le persone denunciate sono state 12.482 nel 2004, 13.525 nel 2005, 19.976 nel 2005, 14.360 nel 2007 e 10.846 nel 2008. L'andamento, avverte l'Anticorruzione, va preso però con le pinze perché una flessione dei reati può essere interpretata ''come effettiva riduzione della corruzione ovvero, all'opposto, in termini di scarsa efficacia degli strumenti di contrasto''.
CORRUZIONE IN META' DEI MINISTERI Un'analisi sulla percezione della corruzione all'interno dei Ministeri, effettuata nel 2007 con un questionario, ha fatto emergere che nella metà dei dicasteri (9 su 18) sono stati evidenziati casi di corruzione. Sei ministeri su 9 hanno indicato anche il numero di episodi di corruzione scoperta: 97 casi con punte di 33 e 37 in due enti. Questi episodi hanno porato a 16.452 provvedimenti disciplinari di cui il 68,6% concentrati in un solo Ministero e a 285 condanne.
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