BRUXELLES - Bruxelles mette in guardia l'Italia: nel 2010 deve raddoppiare il ritmo di spesa nell'utilizzo dei finanziamenti del Fondo regionale europeo se vuole evitare di perdere, alla fine di quest'anno, parte dei fondi messi a sua disposizione nel 2008.
E' senza appello l'analisi degli esperti europei, sulla base dei dati inviati da Roma a Bruxelles sull'utilizzo, al 31 dicembre 2009, dei finanziamenti del Fondo regionale Ue (Fesr) per il periodo 2007-2013. La posta in gioco e' elevata: in sette anni sono quasi 46 i miliardi di fondi pubblici - europei e nazionali - messi a disposizione per realizzare interventi di rilancio nelle aree in difficolta' del Centro-Nord e anche grandi investimenti in quelle in ritardo economico del Mezzogiorno, dove il Pil e' al di sotto del 75% della media Ue.
Al 'quartier generale' della Commissione europea dicono senza mezzi termini che l'Italia non solo deve impegnarsi sul breve termine, ma deve accelerare anche sui progetti a medio e lungo termine. L'obiettivo: selezionare un volume di operazioni che producono un ammontare di spesa tale da evitare perdite di fondi nei prossimi anni.
Nel 2009 i conti del Fondo regionale europeo relativi al 2007 si sono chiusi senza perdite per l'Italia anche grazie agli anticipi versati dall'Ue (non solo all'Italia ma a tutte le regioni beneficiarie) per creare una sorta di fondo cassa all'avvio della nuova programmazione finanziaria. Ma nel 2010 questa circostanza non si ripetera' e inoltre, osservano gli esperti Ue, le prossime elezioni regionali comporteranno un rallentamento delle procedure per l'uso dei fondi.
Per quanto riguardo il Mezzogiorno, che dispone della fetta piu' importante dei fondi pubblici regionali 2007-2013 (36 miliardi su 46), Bruxelles chiede di fare uno sforzo particolare per tentare di arrivare entro la fine del 2010 a selezionare progetti per almeno il 50% degli stanziamenti (al momento si e' mediamente al di sotto del 15%). C'e' pero' grande soddisfazione per la 'performance' raggiunta dalla Calabria che al 30 dicembre 2009 aveva gia' impegnato piu' del 30% dei finanziamenti Fesr. Crea invece preoccupazione la situazione della Sicilia, anche se Bruxelles e' consapevole che gli avvicendamenti a livello politico e amministrativo hanno comportato un rallentamento nell'attuazione del suo programma operativo.
Per le regioni del Centro-Nord la situazione e' piu' soddisfacente: nell'utilizzo dei fondi Fesr si situano infatti nella media europea. Le zone che registrano ritardi sono il Friuli Venezia Giulia e il Molise in quanto gli impegni per i nuovi progetti si situano al di sotto del 10%, ma anche la Sardegna che da sola deve utilizzare circa un terzo di tutte le risorse previste per il Centro-Nord. Al top dei migliori risultati si situano la provincia autonoma di Bolzano, le Marche, l'Umbria e a ruota l'Emilia Romagna.
Ecco, comunque, i dati inviati dall'Italia a Bruxelles sull'utilizzo del Fondo di sviluppo regionale europeo (Fesr) al 31 dicembre 2009 da parte delle regioni del Centro-Nord e di quelle del Mezzogiorno. In particolare, riportiamo il livello percentuale degli impegni finanziari assunti su progetti selezionati e i relativi pagamenti realizzati per singola regione.
CENTRO-NORD - BOLZANO (P.A.) 34,22% impegni, 10,40% pagamenti; MARCHE 33,17 e 16,86<, UMBRIA 29,92 e 9,59; EMILIA ROMAGNA 28,54 e 7,02; LAZIO 25,50 e 6,31; TRENTO (P.A) 23,44 e 7,39; TOSCANA 23,30 e 10,45; PIEMONTE 22,25 e 11,25; VENETO 21,71 e 15,67; LOMBARDIA 18,53 e 16,81; SARDEGNA 18,51 e 16,23; VALLE D'AOSTA 15,85 e 10,02; ABRUZZO 14,11 e 5,65; FRIULI VENEZIA GIULIA 9,58 e 5,65; LIGURIA 9,00 e 6,07; MOLISE 7,93 e 6,88.
MEZZOGIORNO - CALABRIA 30,68 e 6,62; BASILICATA 22,95 e 14,66; CAMPANIA 9,98 e 3,81; SICILIA 9,96 e 6,05; PUGLIA 9,61 e 5,99.
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