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L’esperienza di questi anni in Regione ci ha insegnato cose importanti. L’Umbria ha molti problemi che si acuiscono in questa crisi dura e difficile ma la demagogia è la soluzione peggiore che si possa offrire a chi ha bisogno di aiuto e spera nella ripresa, dalle famiglie che non vedono un futuro sereno per i propri figli, alle imprese che con estrema difficoltà cercano di tenere il mercato e chiedono alla istituzioni un approccio serio ma concreto ed amico. Ebbene riempire le piazze dell’Umbria di migliaia di manifesti promettendo un salario facile per tutti, ovviamente senza lavorare, significa soltanto vivere fuori dalla storia. Finanziare poi il salario sociale togliendo aiuti alle imprese che debbono viceversa crescere e fortificarsi prima di riprendere ad assumere è pura follia. Per non parlare dell’attuale Piano Regionale per l’Energia che, sotto il ricatto di Rifondazione, ha impedito di realizzare una centrale a turbogas, come se i forni delle acciaierie o le filiere della Basell potessero funzionare grazie al vento che muove quattro pale eoliche! Chi glielo spiega agli operai che lavorano in tutte le multinazionali della chimica ternano-narnese, che il loro futuro è legato ad un filo sottilissimo, in cui le valutazioni di redditività di quegli impianti fortemente energivori, sono prese in altri Paesi, da azionisti cui neanche sfiorano le minacce di chi agita i lavoratori? L’economia va governata. Può l’Umbria andare avanti in questo modo? Catiuscia Marini oggi ha una grande responsabilità: o ha il coraggio di liberarsi dal ricatto continuo di chi vuole la conservazione per la conservazione, oppure, anche in caso di vittoria, l’attendono tempi durissimi e procellosi relegando la nostra regione alla marginalità economica e politica. L’esatto contrario di ciò che occorre agli umbri. Condividi