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E' ''infondata'' l'accusa rivolta al direttore del dipartimento di Terni dell'Arpa Adriano Rossi di avere contribuito a minimizzare i rischi legati all'inquinamento da diossina dopo l'incendio alla Ecorecuperi di Stroncone. Lo ha sostenuto lui stesso nell'interrogatorio di garanzia davanti al gip di Terni. Rossi ha rivendicato la correttezza del suo operato, producendo anche documentazione tecnico-scientifica. Al termine dell'interrogatorio il suo difensore, l'avvocato Valeriano Tascini, ha annunciato ricorso contro il provvedimento di sospensione dall'esercizio del ruolo di direttore dell'Arpa di Terni disposto dal gip. Secondo Rossi i risultati analitici sui campioni di terreno prelevati dai periti nominati dalla procura di Terni per verificare se si fosse determinata contaminazione dadiossina ''sono del tutto in linea con i risultati dell'Arpa''. Ha poi tra l'altro sostenuto che ''tutte le decisioni inerenti le modalità di svolgimento dell'indagine conoscitiva sono state condivise fra Agenzia regionale protezione ambiente, Asl numero quattro e Comune di Stroncone, il 7 luglio''. ''L'Asl e L'istituto zooprofilattico - ha aggiunto - hanno iniziato la propria indagine conoscitiva sulle catene alimentari solo dopo che i risultati dell'indagine conoscitiva svolta da Arpa aveva attestato la contaminazione di circa un terzo dei campioni di vegetali a foglia larga. Pertanto l'attività di monitoraggio ambientale avviata dall'Arpa stessa, fin dalle prime ore dell'incendio, è stata alla base di tutte le successive decisioni assunte dalla Asl per la salvaguardia della salute dei cittadini''. ''L'Arpa - ha sottolineato ancora Rossi - si è immediatamente attivata per compiere i monitoraggi ambientali e ha fornito i dati analitici al sindaco di Stroncone, alla Asl, alla Provincia di Terni e alla Prefettura, ma non ha mai fornito indicazioni, suggerimenti e tanto meno proposte in materia sanitaria in quanto tali competenze sono della Asl. A proposito delle ordinanze emesse dai sindaci, non ha mai effettuato proposte ne è mai stata consultata in proposito''. Riguardo all'ordinanza con cui il sindaco di Stroncone ha ridotto il divieto ''di consumo e della commercializzazione di tutti i prodotti ortofrutticoli e foraggi destinati all'alimentazione umana ed animale'', Rossi ha sostenuto che ''è priva di fondamento'' l'ipotesi che l'Arpa ''abbia fornito un supporto tecnico a tale ordinanza''. INTERVIENE LEGAMBIENTE "Il Circolo Legambiente di Stroncone e Legambiente Umbria - dice poi in una nota Alessandra Paciotto - si sono impegnati fin dal primo momento a fianco dei cittadini e dei comitati per rivendicare il diritto ad essere informati, ascoltati e partecipare alle decisioni dichiara Alessandro Paciotto Presidente di Legambiente Umbria. Ci siamo preoccupati - afferma Maria Pia Piccio , Presidente del Circolo di Stroncone, soprattutto nelle prime fasi dell'emergenza, di supplire alla mancanza di informazioni certe, fornendo ai cittadini le informazioni di base a proposito della diossina e dei relativi pericoli e precauzioni; grazie al nostro comitato scientifico, al Prof. Briziarelli al Prof. Mearelli. Al di là della doverosa solidarietà con gli agricoltori, gli allevatori e gli altri imprenditori danneggiati - continua la Piccio - il nostro primo obiettivo è stato quello di richiedere impegni certi relativamente alla bonifica ed alla sicurezza degli abitanti. Abbiamo anche portato in ogni assemblea, in ogni incontro con le istituzioni l'esigenza, diffusa nella popolazione, - dice la Presidente Paciotto - di ripensare totalmente la zona industriale di Vascigliano vero corpo estraneo nel bel mezzo di una zona a forte vocazione agricola e turistica. Siamo rimasti inascoltati quando richiedevamo maggiore informazione e partecipazione, quando chiedevamo indicazioni puntuali sulle precauzioni igieniche ed alimentari per la popolazione, siamo rimasti inascoltati quando chiedevamo la bonifica e il controllo delle diossine non solo per il presente ma anche per i molti anni a venire in cui resterà l'allarme diossina. I dubbi sollevati dalle indagini e dai provvedimenti della magistratura confermano quelli che erano i nostri dubbi. Abbiamo massima fiducia nell'operato della Magistratura e stiamo valutando la possibilità e l'utilità (pubblica) di costituirci parte civile. Detto questo non intendiamo farci distrarre dagli aspetti giudiziari ed intendiamo continuare nel nostro impegno nel richiedere quei provvedimenti di tutela della salute delle persone e dell'ambiente che fanno parte del patrimonio scientico consolidato. Nello stesso tempo continueremo a batterci per il diritto all'informazione e partecipazione. Stiamo già preparando un primo convegno ed altri appuntamenti per tradurre in parole semplici e comprensibili per l'intera cittadinanza quel che c'è da fare secondo scienza e coscienza". Condividi