teatro cucinelli.jpg
Domani, mercoledì 17 febbraio, al Teatro Cucinelli di Solomeo debutta la nuova produzione del Teatro Stabile dell’Umbria I fisici di Friedrich Dürrenmatt, per la regia di Rosario Tedesco, con Cinzia Spanò, Nicola Bortolotti, Emiliano Brioschi, Ilaria Falini, Giuseppe Papa e Emilio Vacca. Lo spettacolo replicherà poi nel mese di febbraio a Terni al Teatro Verdi il 18 e il 19, al Teatro Mengoni di Magione il 20, al Teatro Caporali di Panicale il 21, al Teatro della Concordia di Marsciano il 23, al Teatro Torti di Bevagna il 24, al Teatro Cottoni di Nocera Umbra il 25, al Teatro Don Bosco di Gualdo Tadino il 26, al Teatro Clitunno di Trevi il 27 e al Teatro dei Riuniti di Umbertide il 28. Un corpo di donna giace sul palcoscenico. Da un cadavere offerto allo spettatore prende le mosse un indagine poliziesca: di chi è il corpo, cosa è successo, chi è l’assassino, quale il movente? Un cliché perfetto come si conviene per uno dei grandi eretici del giallo moderno: qualcosa di atteso che prelude qualcosa di sorprendente. Opera capitale del drammaturgo svizzero Dürrenmatt, I Fisici tratta del tema dello scienziato nell’era atomica e racconta, attraverso la finzione del teatro e del testo letterario, le ossessioni e le incertezze dell’era del dopobomba. La commedia è incentrata sulla figura esemplare di un fisico nucleare (Möbius), che inventata “la formula universale del sistema per tutte le scoperte” si vede costretto a farsi internare in un manicomio per evitare che il frutto dei suoi studi finisca nelle mani sbagliate. Lo seguono, inscenando la stessa malattia, un agente segreto americano che fa finta di credere di essere Newton, e una spia comunista, che dice di credersi Einstein. Questi intendono impossessarsi della formula segreta, ma, al termine della pièce, l’unica persona che riuscirà a ottenere la formula, sarà la proprietaria della clinica, Mathilde von Zahnd: unica vera folle tra mille finzioni. A segnare il ritmo dell’azione e creare un’ulteriore frattura tra verità, follia e finzione, sono gli omicidi delle infermiere/amanti, commessi a turno dai tre fisici, che presentano modalità pressoché identiche tanto da far ipotizzare che si tratti della dimostrazione di un teorema. Una teoria di possibili chiavi di interpretazione vengono proposte all’attenzione di un logoro commissario, cui tocca il compito di disinnescare progressivamente tutti i significati e moventi, fino a giungere all’unica conclusione possibile per la risoluzione di un paradosso: lasciare le cose come stanno. I fisici continua il percorso iniziato nel 2007 con Il vicario di Rolf Hochhuth, un percorso lungo il sentiero della responsabilità. Con Il vicario il compito di sondare i confini dell’umanità di fronte alla Storia e ai suoi errori/orrori era affidato a un soldato e a un prete (due divise da cui spogliarsi per tornare uomini). Con I fisici di Dürrenmatt cambia lo scenario e i personaggi, che ancora una volta sono imprigionati dentro delle maschere (la follia, l’ambizione, la colpa e il tradimento). La responsabilità questa volta è quella dello scienziato che non può vedere realizzato il suo desiderio di conoscenza attraverso il proprio ruolo attivo nella storia della civiltà, che immediatamente – e irrimediabilmente – si dimostra cinica e spietata. Unica fuga è la follia – composto mercuriale di finzione e realtà –, che porta al silenzio, un silenzio carico di responsabilità che sembra non fornire giustificazioni, né scuse né assoluzioni. In questa lucida conferma dell’insondabilità della verità, Dürrenmatt concentra tutta la sua pungente visione del mondo, della relazione tra uomo e destino. Le conseguenze di questo silenzio sono il monito per il nostro presente, il limite che non va varcato e che verrà oltrepassato, dal momento che attiene alla natura umana continuare a dibattersi in questa contraddizione. Tra parodia, giallo e tragedia, il testo usa la leggerezza e l’ironia per far risaltare il contrasto con le inquietudini crescenti di un’era in cui scienza e politica sfuggono al controllo della ragione colorandosi delle tinte dell’ipocrisia, della paura e del sospetto. Un mondo in cui persino gli ordigni più micidiali possono essere esaltati come portatori di pace. Per informazioni e prenotazioni ci si può rivolgere telefonicamente, fino al giorno precedente lo spettacolo, presso il Botteghino Telefonico Regionale del Teatro Stabile dell’Umbria, tutti i giorni feriali, dal lunedì al sabato, dalle 16 alle 19, al n°075/57542222. E’ possibile acquistare i biglietti on-line sul sito del Teatro Stabile dell’Umbria www.teatrostabile.umbria.it. Condividi