Schieriamo l’Umbria: la crisi la paghino loro. E’ con questo slogan che si apre il documento programmatico di Prc e Socialismo 2000 che il segretario Vinti e il coordinatore Calistri hanno presentato questa mattina in una conferenza stampa quasi interamente dedicata al tema dei programmi. Quasi perché a tenere banco c’è ovviamente l’affaire Udc. Con chi si schiererà Ronconi? L’Umbria farà la fine delle Marche? “A poco più di un mese dal voto – dice Vinti - ancora non abbiamo una coalizione perimetrata e siamo costretti ad assistere con sconcerto al balletto dell’Udc”. Sul piano programmatico invece Vinti indica tre direttive contenute nel documento intorno cui ragionare: piano regionale per il lavoro, reddito sociale per inoccupati, precari e disoccupati e potenziamento dell’Italia Mediana. Il progetto di cui parlò a suo tempo l’ex presidente della regione Bracalente e che, nelle intenzioni di Vinti, dovrebbe servire a “difendersi dalla morsa costituita dal federalismo nordista e dall’assistenzialismo del sud. Il nostro modello sociale – conclude Vinti – si salva solo in un progetto che coinvolge più regioni”.
Ad attanagliare l’Umbria però non c’è solo la crisi ma anche vecchi problemi che necessitano di nuove soluzioni. Oltre a contrastare gli effetti della crisi per Franco Calistri c’è bisogno di “far avanzare un nuovo modello di specializzazione produttiva, ad alto tasso di sviluppo, che sappia agganciare la ripresa”. Ad avere bisogno di un nuovo slancio poi, secondo il coordinatore regionale di Socialismo 2000, è l’azione riformatrice della Regione: “Quello che occorre – dice Calistri – è una nuova stagione della programmazione regionale che sappia avviare processi di innovazione e modernizzazione del sistema economico produttivo”.
“L’unica cosa che ci accomuna con l’Udc – dice invece il sindaco di Gubbio Goracci - è che siamo contro questo bipolarismo spinto”. Per il resto insomma punti di incontro sul programma Goracci non sembra vederne: “In loro vedo una certa mancanza di chiarezza: non si può trattare un giorno con l’uno e un giorno con l’altro”. Nel suo intervento poi il sindaco torna a parlare del no secco al nucleare e alle privatizzazioni “che hanno portato impoverimento e peggioramento della qualità dei servizi”, della difesa dei beni comuni come l’acqua, dello schierare la regione “nettamente dalla parte del lavoro, del reddito sociale e di politiche ambientaliste: tutte cose su cui la gran parte dell’opinione pubblica è d’accordo. Non mi sembra che si possa diffondere la paura dei cosacchi alle porte”. Il programma, dunque, il Prc non lo userà come una clava contro gli alleati: “Su questi temi – aggiunge Goracci – vogliamo stimolare il centrosinistra”. Un altro elemento di discussione che il sindaco introduce è quello relativo agli Ati: “L’idea di un solo Ato è interessante: fino ad ora queste entità hanno più complicato la vita che altro. Non si possono mettere insieme i rifiuti con il turismo”.
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