Come teniamo viva quest’area? La domanda della giornata se la pone Fabrizio Bracco, pezzo da 90 di Area Democratica, la minoranza del Pd che ieri pomeriggio ha tenuto un’affollatissima riunione pubblica a palazzo Cesaroni. Dopo che i rapporti tra Veltroni e Franceschini, leader di questa minoranza, sono quantomeno freddini non solo a causa del caso Umbria, c'è da capire che strada si vuole prendere da queste parti.
Fra temi programmatici, commento delle primarie e questione alleanze di carne sul fuoco ce n’è pure troppa. “Non dobbiamo rinnegare – ha detto Bracco – le ragioni che hanno portato alla nascita del Pd. Quando ci siamo uniti lo abbiamo fatto per rappresentare il riformismo di sinistra e quello cattolico: far entrare ora nella coalizione un soggetto esterno a noi e che mira a rappresentare proprio l’elettorato cattolico negherebbe le ragioni stesse del nostro stare insieme”. L’Udc insomma da queste parti non passa. “A loro – continua Bracco – innanzitutto voglio chiedere una scelta di campo precisa: non si può stare un po’ di qua e un po’ di là. Per quanto mi riguarda, la coalizione è quella che ha governato in questi anni”.
Per quanto riguarda il risultato delle primarie invece, Bracco sottolinea come per AreaDem esso sia “largamente positivo: il nostro target guarda più alla società civile mentre non abbiamo presa sugli apparati. Un risultato che rappresenta un punto di partenza importante per il partito”. L’ultima stoccata Bracco la sferra contro “gli amici e compagni bersaniani: se ancora continuiamo a ragionare dandoci del democristiano, del comunista o che so, del craxiano, questo partito lo avremmo chiuso da un pezzo”.
"Credo - ha detto sempre ieri Marina Sereni - che non sia praticabile in Umbria ripetere quello che è successo nelle Marche". La stessa Sereni poi ha precisato che "non è uno scandalo aprire un dialogo con l'Udc", tuttavia ha definito "non praticabile" l'estromissione delle forze riconducibili alla cosiddetta sinistra radicale per sostituirle con l'Udc come avvenuto nella formazione della coalizione di centrosinistra nelle Marche. "Diverso è il discorso - ha rimarcato Sereni - di allargare i confini della coalizione purché si faccia a partire dai programmi".
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