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E' passato un anno da quando il magazzino Cosmologic (gruppo Limoni) di Ponte San Giovanni (Perugia) ha chiuso i battenti, lasciando senza lavoro i suoi 60 dipendenti, soprattutto donne giovani e giovanissime. Ieri una quarantina di loro ha preso parte ad un'assemblea organizzata dalla Filcams Cgil di Perugia presso la sede della Camera del Lavoro provinciale. L'assemblea è servita soprattutto a fare il punto della situazione: dei 60 dipendenti lasciati per strada da Limoni solo dieci sono stati ricollocati, nonostante gli impegni assunti a suo tempo da Confcommercio. Dei restanti 50 circa la metà, i dipendenti che avevano un contratto a tempo indeterminato, vedrà scadere la cassa integrazione straordinaria tra poche settimane, il prossimo nove marzo. Gli apprendisti invece, circa 25, hanno ottenuto la proroga della cassa integrazione in deroga per altri sei mesi e sono quindi coperti fino al mese di giugno, con l'impegno però dell'azienda a prorogare ulteriormente il provvedimento se la legislazione regionale lo renderà possibile. La richiesta unanime delle lavoratrici ex Limoni è però molto chiara: è necessario riaccendere i riflettori su questa vicenda che tante attenzioni aveva avuto a suo tempo da parte dei media (persino Anno Zero di Michele Santoro se n'era occupata) e della politica locale e nazionale (l'allora segretario del Pd Walter Veltroni aveva visitato il magazzino occupato) ma che oggi sembra invece completamente dimenticata. “Chiediamo alle istituzioni locali e a Confcommercio – afferma Michele Agnani, segretario della Filcams Cgil di Perugia - di impegnarsi seriamente, come previsto nell'accordo di chiusura della trattativa, per la riqualificazione e quindi il ricollocamento di tutto il personale ex Limoni. Lavoratori e soprattutto lavoratrici che hanno un età media inferiore ai trent'anni, ma un alto livello di qualificazione”. Ad oggi però, come è emerso chiaramente dall'assemblea di ieri, non si è svolto nemmeno un minuto di formazione per questi lavoratori, molti dei quali vedono sempre più vicina la scadenza della cassa integrazione e quindi la mobilità e il licenziamento. “Ancora una volta l'associazione datoriale si è comportata da semplice notaio – conlude Agnani - non riuscendo ad essere un soggetto di indirizzo strategico verso le imprese. Perché se è vero che stiamo attraversando una dura crisi, è anche vero che ci sono imprese che stanno aprendo e potrebbero avvalersi della professionalità di queste giovani lavoratrici e lavoratori. E' ora che si rispettino gli impegni presi”. Condividi