PERUGIA - I Comuni dell’Umbria, per la loro dimensione demografica, organizzazione degli uffici e dei servizi, nonché scarsa dotazione di personale e di risorse finanziarie, si sono travati, nella maggior parte dei casi, a dover sospendere dal 1° gennaio 2010 tutti i procedimenti in materia paesaggistico-ambientale, con grave disagio per i cittadini e operatori del settore edilizia. A riferirlo in un ordine del giorno è il gruppo consiliare in Provincia di “Sinistra e Libertà e Socialisti” che con il documento si occupa dell’esercizio da parte dei Comuni delle funzioni amministrative delegate concernenti il rilascio dell’autorizzazione paesaggistica. Nell’o.d.g. si fa presente che in data 31/12/2009 è venuto a scadere il termine per l’applicazione del regime transitorio in materia di rilascio dell’autorizzazione paesaggistica; “ciò – si legge nel documento - si traduce nella necessità, a far data dal 1° gennaio 2010, dell’applicazione della nuova disciplina del “Codice dei beni culturali e del paesaggio” ed in particolare dell’art.146 per il rilascio dell’autorizzazione paesaggistica la cui competenza è sub-delegata dalla Regione ai Comuni (salvo casi particolari assegnati alle Province). Fermo restando il nuovo procedimento tracciato dalla sopravvenuta normativa, il comma 6 dell’art.146 del “Codice” dispone testualmente che ‘la Regione esercita la funzione autorizzatoria in materia di paesaggio avvalendosi di propri uffici dotati di adeguate competenze. Può tuttavia delegarne l'esercizio ai Comuni, purché dispongano di strutture in grado di assicurare un adeguato livello di competenze tecnico-scientifiche, nonché di garantire la differenziazione tra attività di tutela paesaggistica ed esercizio di funzioni amministrative in materia urbanistico-edilizia’. Nonostante da tempo il “Codice” imponesse alle Regioni di verificare la sussistenza dei requisiti di organizzazione e di competenza tecnico-scientifica, apportando le eventuali necessarie modificazioni all’assetto della funzione delegata, la Regione Umbria soltanto nel novembre scorso ha preso in mano la materia e nel frattempo tale Codice è entrato in vigore”. Per Sinistra e Libertà la procedura delineata dall’art.146 del “Codice dei beni culturali e del paesaggio” appare “quantomeno inadeguata e sproporzionata rispetto a quella applicata negli ultimi anni (almeno un decennio) ai sensi del regime transitorio, nella parte in cui impone ora ai Comuni di assicurare un adeguato livello di competenze tecnico-scientifiche, nonchè la differenziazione tra attività di tutela paesaggistica ed esercizio di funzioni amministrative in materia urbanistico-edilizia, proprio quando il nuovo procedimento assegna alle Soprintendenze non più il mero potere di annullamento dell’atto già formato, bensì la competenza all’emissione di un parere vincolante preliminare al rilascio del provvedimento autorizzatorio”. Per il gruppo di Sl, inoltre, la Regione Umbria, chiamata a verificare la sussistenza dei requisiti di organizzazione e di competenza, non ha chiarito e precisato compiutamente che cosa si debba intendere esattamente per “possedere due distinte strutture” e soprattutto per “responsabile tecnico dei procedimenti” in materia di tutela paesaggistica. “La materia – è detto nel documento - riveste particolare attenzione in quanto sta causando in tutta la regione rallentamenti e ritardi nei procedimenti edilizi dovuti alla mancanza di una chiara assegnazione delle deleghe; nel caso non si provveda immediatamente in merito le competenze in materia tornerebbero sin da subito alla Regione con conseguente rischio “caos” peraltro già dovuto alla necessità di riorganizzare i procedimenti delle stesse Soprintendenze a seguito del nuovo ruolo “centrale” assegnato. Al momento solo alcuni Comuni si sono mossi per segnalare la gravità della questione e per cercare di risolverla, tra cui l’Unione dei Comuni “Terre dell’Olio e del Sagrantino” che si sta organizzando per cercare di attivare forme associative con altri Enti (Comunità Montana)”. Pertanto con questo o.d.g. si vuole impegnare il Presidente della Provincia ad attivarsi presso le sedi competenti, con particolare riferimento all’UPI e l’ANCI regionali e nazionali, affinché attraverso un lavoro congiunto politico-istituzionale si arrivi alla modifica delle norme statali e, nel frattempo, presso la Regione, la quale ha il potere di precisare che i Comuni possono confermare il mantenimento della delega, qualora abbiano istituito la Commissione per la qualità architettonica ed il paesaggio e assegnino l’istruttoria di ciascun procedimento in materia paesaggistica ad un tecnico diverso da quello nominato, per lo stesso intervento, all’istruttoria del procedimento in materia urbanistico-edilizia”. Condividi