Sono accusati di avere compiuto decine di furti in bar, tabaccherie e distributori di carburante dell'Italia centrale, in particolare in Umbria, 12 romeni arrestati al termine di un'indagine condotta dai carabinieri delle compagnie di Città di Castello e Todi. Altri tre sono ricercati. Gli stranieri sono accusati di reati quali l'associazione per delinquere finalizzata a compiere almeno 60 furti, ricettazione, simulazione di reato e favoreggiamento personale.
A carico di tutti il gip di Perugia Carla Giangamboni ha disposto ordinanze di custodia cautelare in carcere su richiesta del pm Giuseppe Petrazzini. Undici degli stranieri sono stati bloccati a Pomezia, lungo la Pontina, a bordo di quattro auto. Una donna è stata invece raggiunta nella sua abitazione di Ostia. I carabinieri delle due compagnie, coordinati dal comando provinciale di Perugia, sono intervenuti ieri sera quando gli stranieri - è stato riferito oggi dagli investigatori in una conferenza stampa - stavano per compiere un nuovo furto.
In base a quanto emerso dall'indagine, a partire dal settembre scorso la presunta organizzazione criminale ha messo a segno decine di colpi in particolare nelle zone di Città di Castello, Todi e Perugia. Gli obiettivi erano esercizi commerciali, in prossimità della E45 con all'interno videopoker e macchinette cambia monete. Il modus operandi è stato definito ''estremamente professionale''. Secondo quanto accertato dai carabinieri, nel cuore della notte, eludendo o neutralizzando le videocamere di sorveglianza e gli antifurti, una decina di malviventi, a volte anche più, sfondavano le porte o le finestre dei locali ed entravano all'interno.
In pochi secondi (al massimo un minuto) prelevavano gli apparecchi portandoli fuori a spalla, nascondendosi poi nella campagne vicine. In tal modo, anche se sul posto giungevano le forze dell'ordine, erano di fatto invisibili - hanno spiegato i militari -, protetti dall'oscurità e, spesso, dalla nebbia. Con tutta calma forzavano poi i cassetti ed asportavano il denaro con un bottino che si aggirava mediamente tra mille e 5 mila euro.
Per prevenire eventuali ''sorprese'' i ladri talvolta bloccavano le strade prossime agli obiettivi - è emerso ancora dagli accertamenti - con cassonetti per rifiuti, vasi e altro. Gli investigatori hanno accertato che quando gli stranieri avevano sentore della presenza nelle vicinanze delle forze dell'ordine si mimetizzavano, immobili, all'interno di grandi sacchi neri per i rifiuti, in modo tale da rendere ancor più difficoltosa la loro localizzazione.
I sospetti dei carabinieri delle compagnie di Città di Castello e Todi si sono concentrati inizialmente su alcuni romeni che, nei giorni dei furti, erano presenti nella regione. Con pedinamenti e indagini tecniche hanno poi identificato 15 stranieri, tra cui una donna, accusati di avere composto il presunto sodalizio criminale. Tutti gli indagati sono risultati domiciliati tra Roma, Latina ed Ostia.
Nel corso delle perquisizioni i carabinieri hanno recuperato circa 7.000 euro ritenuti provento dei furti. Sequestrate quattro auto utilizzate - secondo l'accusa - per compiere i colpi e altro materiale ritenuto particolarmente utile per le indagini. Gli accertamenti proseguono comunque in relazione ad altri furti compiuti anche in Abruzzo, Toscana e Lazio.
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