L’approvazione della legge “Disposizione per la promozione e la tutela della famiglia”, che trae origine dalla proposta di iniziativa popolare del Forum delle famiglie, come ultimo atto della legislatura la dice lunga sullo stato di salute del centrosinistra umbro e sulla possibilità di una azione di governo riformatrice per una regione pesantemente colpita dalla crisi.
La legge è passata con una forte spinta bipartisan, con il voto a favore della destra e della parte moderata del centrosinistra, con unico voto contrario quello di Rifondazione (il Pdci e SeL non hanno votato).
Tra le misure che la legge prevede a sostegno della famiglia (aiuti economici alle famiglie in formazione e a quelle vulnerabili, tutela della maternità e della vita, sostegno alle adozioni interventi in situazioni di particolare disagio alle misure per l’inserimento e reinserimento lavorativo) c’è anche la famigerata erogazione di buoni scuola, un gran favore alle gerarchie cattoliche e alle scuole private confessionali.
Ma l’impianto della legge che è preoccupante, il suo nucleo ideologico fondamentalmente anacronistico e reazionario, perché riconosce soltanto la famiglia fondata sul matrimonio, e non importa se lo Statuto regionale contenga una concezione più estesa della famiglia, riconoscendo dignità e diritto di tutela anche a forme di convivenza. La concezione familistica del welfare mal si adatta alle profonde trasformazioni che sta conoscendo la nostra società, e continuare a farlo vuol dire discriminare una parte importante di cittadini. Non esiste un concetto “naturale” di famiglia, che si modifica storicamente come si modificano il diritto, la cultura e le formazioni sociali.
L’Umbria invece vuole tornare indietro, e spero che il Pd dialogante con l’Udc non perseveri su questa strada, un ritorno al passato guidato da un rigurgito oscurantista anacronistico, al pari delle forze della Santa alleanza che con il congresso di Vienna volevano fermare la storia e la trasformazione della società.
Per uscire dalla crisi c’è bisogno di ben altro: il potenziamento del welfare come strumento di erogazione universalistica di servizi, il sostegno al lavoro, l’introduzione del reddito sociale, la riconversione ecologica del modello di sviluppo.
Rifondazione comunista si adopererà affinché la coalizione del centrosinistra umbro recuperi un profilo fortemente riformatore, innovativo e adeguato alle trasformazioni sociali, anche cercando di coinvolgere forze di progresso che attualmente non ne fanno parte, come i Verdi e i Radicali.
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