ROMA - L'imprenditore romano Diego Anemone, finito in manette per essere ritenuto il presunto corruttore del sottosegretario Guido Bertolaso e altri pubblici ufficiali per favoritismi negli appalti di alcune grandi opere, tra cui il G8 alla Maddalena, si era dato da fare per "organizzare una 'cosa megagalattica' in favore del Bertolaso" a base di sesso. Lo scrive il gip nella sua ordinanza.
Secondo quanto si legge nel provvedimento, infatti, "il tenore delle conversazioni intercettate non pare consentire interpretazioni diverse da quella che trattasi di prestazioni sessuali di cui il Bertolaso dovrebbe usufruire presso il centro benessere riconducibile all'Anemone; peraltro, l'occasione verrà sfruttata dal Bertolaso solo in un momento successivo".
In altra parte dell'ordinanza si ribadisce che nel "centro benessere Salaria sport village, riconducibile alla stessa famiglia Anemone", Bertolaso "usufruisce non solo di 'massaggi', ma anche di vere e proprie prestazioni sessuali", come proverebbero diverse conversazioni intercettate il cui testo riportiamo qui sotto.
Il 21 settembre, a incontro avvenuto, il giovane imprenditore si attiva per l'organizzazione della "cosa megagalattica". Di seguito alcuni passi delle telefonate tra Anemone e Rossetti, gestore di Salaria sport village, ora indagato.
ROSSETTI: ...capo
ANEMONE: ...eccomi
R.:...allora domenica prossima alle 8
A.:...di quello che parlavamo prima...?
R.:... si si... cosa megagalattica
A.:...ma li da voi?
R....chiudo il circolo due ore prima...festa al Centro Benessere
A.:...benissimo okay
R.:... (inc)... con lui
A.:...eh?
R.:...tre persone con lui (...)
A.:...grazie... quindi l'ora a che ora è?
R.:...io direi per le 8 così ci organizziamo.. un pò di frutta prima... champagne... frutta ... un pò di colori fuori... cose
Il 23 settembre altra conversazione intercettata tra i due:
ANEMONE: ...2 cose... la prima al 99% domenica va bene
ROSSETTI: ...okay... perfetto
A.:...me lo conferma sabato... però m'ha detto che al 99%... si
R.:... okay... sicuramente ci costerà qualche soldino
A.: non mi frega un c. Simò
R.:...no, no, io 'ste cose
A.:...si', sì, però mi raccomando...la riservatezza tua e basta... Simò
R.:... ah...Diè...tranquillo proprio...
I due parlano ancora della festa il 25 settembre:
ROSSETTI:...senti quante situazioni devo creare?...una...due
ANEMONE:....io penso due... lui si diverte... due
R.:...tre?...che ne so!
A.:...eh la Madonna!
R.:...(ride) va bene... a posto
A.:...di qualità!
R.:...assolutamente
Bertolaso, in una telefonata ad Anemone del 27 settembre, spiega però di non poter essere a Roma la sera dopo, domenica.
ANEMONE.: ...quindi non ci sei domani sera
BERTOLASO: ...no domani sera... ahimè non ci sono
A.:... ho capito...
B.: ...però conto che l'offerta possa essere ripetuta ovviamente in un'altra occasione (...)
A.:...come no! come no!...grazie...ci sentiamo in settimana.
DOMANI INTERROGATORI DI GARANZIA PER GLI ARRESTATI - Sono fissati per domani, a Roma e Milano, gli interrogatori di garanzia per le quattro persone arrestate ieri con l'accusa di corruzione nell'ambito dell'inchiesta sugli appalti per i grandi eventi, dal G8 alla Maddalena alle celebrazioni per i 150 anni dell'Unità d'Italia, condotta dalla procura e dai carabinieri del Ros di Firenze.
Nel carcere romano di Regina Coeli saranno interrogati dal gip fiorentino Rosario Lupo (che ha firmato le misure cautelari) il presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici Angelo Balducci, già soggetto attuatore per le opere alla Maddalena, l'ingegner Mauro Della Giovampaola, che ha lavorato nella struttura di missione per il G8 in Sardegna ed è coordinatore dell'unità tecnica di missione per la realizzazione delle infrastrutture per i 150 anni dell'Unità d'Italia e l'imprenditore romano Diego Anemone.
Per il quarto arrestato, l'ingegnere Fabio De Santis, attuale provveditore alle opere pubbliche della Toscana, successore di Balducci come soggetto attuatore per le opere del G8 alla Maddalena, l'interrogatorio si terrà a Milano per rogatoria.
IL PROCURATORE ACHILLE TORO, MAI CONOSCIUTO BALDUCCI - La tentazione è quella di lasciare la magistratura, ma non se la sente "perché c'é di mezzo mio figlio". All'indomani della diffusione della notizia della sua iscrizione nel registro degli indagati per il caso G8, il procuratore aggiunto Achille Toro è nel suo ufficio. Un via vai di colleghi ed amici ha scandito le sue prime ore a piazzale Clodio.
Prima di uno sfogo, con le lacrime agli occhi, con i giornalisti, Toro ha restituito al procuratore Giovanni Ferrara la delega di coordinamento delle inchieste sulla pubblica amministrazione. "Non avevo segreti da rivelare - ha detto - io e mio figlio non abbiamo mai conosciuto Angelo Balducci e Diego Anemone; tantomeno abbiamo avuto contatti con loro tramite altre persone. Bertolaso l'ho visto solo una volta in una occasione ufficiale".
"Posso dire - ha aggiunto - che la sola persona che conosce mio figlio è l'avvocato Edgardo Azzopardi (il cui colloquio con uno degli indagati ha determinato il coinvolgimento di Toro e del figlio Camillo nell'inchiesta di Firenze ndr) sul quale non voglio dire nulla". Il magistrato romano ed il figlio sono indagati per rivelazione del segreto d'ufficio.
A Camillo Toro è contestato anche il favoreggiamento personale. Intanto entrambi hanno nominato i difensori: Achille Toro sarà assistito dall'avvocato Roberto Rampioni, il figlio Camillo da Salvatore Sciullo.
FRANCESCHINI, CONFERMI LE DIMISSIONI E STOP ALLA SPA - Bertolaso dovrebbe mostrare la sensibilità istituzionale, confermando le dimissioni respinte ieri da Berlusconi, sostiene Dario Franceschini, capogruppo del Pd alla Camera.
"In un paese non anomalo come in Italia - afferma Franceschini - una persona in quella situazione rassegna le dimissioni, e noi abbiamo apprezzato la sensibilità mostrata ieri da Bertolaso. Sta ora a Bertolaso confermare quella sensibilità istituzionale o ricondurla a una rappresentazione".
Franceschini chiede anche che il governo ritiri il decreto che trasforma il Dipartimento della protezione civile in una spa. Questa vicenda, spiega, mette maggiormente in risalto la criticità del decreto, già approvato al Senato, che trasforma la Protezione civile in Spa, e che sarà votato dalla Camera la prossima settimana. "Quel decreto - afferma il capogruppo del Pd - contiene cose inaccettabili: la maggioranza rinunci a quel decreto. la trasformazione della Protezione civile in spa, enfatizza il criterio dell'emergenza, che diventa uno strumento che giustifica il superamento dei controlli; così diventa un abuso". "Inoltre c'é l' articolo 5 che grida vendetta - insiste Franceschini - va oltre il Lodo Alfano. Dice che fino a novembre 2011 non possono essere fatti processi verso i commissari della Protezioni civile, non si possono nemmeno iniziare le indagini e questo è palesemente incostituzionale".
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11/02/10
19:22