CITTA' DI CASTELLO - “Il giorno del ricordo è un’occasione ufficiale per riflettere sulla storia, su come le differenze etniche o linguistiche possano rappresentare un orpello dietro cui nascondersi per commettere soprusi e violenze. Una giustificazione inaccettabile quanto invocata anche oggi per opprimere o perseguitare popolazioni e culture”: con queste parole l’assessore Rossella Cestini ha introdotto la relazione di Dino Renato Nardelli, curatore insieme a Giovanni Stelli, della pubblicazione che l’Isuc (Istituto per la storia dell’Umbria contemporanea) ha dedicato alle vicende di Istria, Fiume e Dalmazia nel ventesimo secolo.
Il volume, presentato ai numerosi studenti delle scuole superiori presso l’Auditorium di Sant’Antonio di Città di Castello, “mette a tema - ha spiegato Nardelli - la problematica delle foibe uscendo dalla logica della celebrazione per entrare in quella dell’analisi dei fatti. Qualsiasi evento storico deve servire a questo per evitare che i fatti vengano utilizzati come un randello nei confronti degli avversari politici o con connotazione ideologiche. Nel testo abbiamo inserito un lessico di termini che spiegano molte delle dinamiche storiche. Parole come ‘confine’, ‘confine mobile’, ‘nazione’, ‘identità’, ‘appartenenza’ sono importanti per comprendere e decifrare il tempo presente e ebbero una prima articolazione in quel laboratorio d’Europa, che furono nella metà degli anni Quaranta l’Istria, Fiume, Dalmazia”.
“Nella legge istitutiva del 2004 il Giorno del ricordo è uno strumento per conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale” ricorda la Cestini sottolineando come “Città di Castello, dopo aver dedicato due iniziative alla Giornata della Memoria, ora ha coinvolto i giovani, cui il messaggio è diretto, in un approfondimento sulle foibe. L’obiettivo è mostrare come la violenza e la sopraffazione da qualsiasi parte vengano siano un elemento di lotta politica da condannare. Anche grazie all’attività dell’Istituto Gabriotti, rappresentato dal presidente Sergio Polenzani, abbiamo sviluppato un percorso coerente di stimoli e iniziative, che accompagna i ragazzi durante l’anno scolastico, formando in loro il senso critico e la conoscenza dei fatti, due parametri senza i quali è difficile maturare valori e convinzioni autonome”.
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