PERUGIA – Sono state alcune classi dell’Istituto Pascal-Di Cambio, del Liceo scientifico Galileo Galilei e del Liceo classico Mariotti, in rappresentanza delle scuole del territorio, a prendere parte all’evento con cui la presidenza del Consiglio provinciale di Perugia ha voluto dare il proprio contributo, questa mattina, alle celebrazioni indette per la “Giornata del Ricordo”. Un evento, ospitato presso la Sala del Consiglio di Piazza Italia, per offrire spunti di riflessione in particolar modo agli studenti sui temi dell’esodo giuliano–dalmata e del sacrificio dei martiri delle foibe.
A tal fine, prima ancora di dar vita al confronto su questa pagina troppo a lungo “rimossa” dalle ricostruzioni storiche del secolo scorso, ai ragazzi è stata offerta l’occasione di assistere alla proiezione del film del 1949, girato dal regista Mario Bonnard, dal titolo “La città dolente”. Un film anomalo, dove la propaganda si mescola al documentario, il melodramma alla ricostruzione storica, anche perché girato immediatamente a ridosso dei fatti raccontati, ma che diventa un importante momento di approfondimento e riflessione sul dramma vissuto dalla città di Pola, quando gli accordi di pace spostarono i confini italiani verso Trieste. Accordi che obbligarono 30.000 persone a lasciare la città istriana divenendo dei profughi.
Solo studi recenti, è stato ricordato questa mattina durante l’incontro con gli studenti, hanno dato una dimensione a questo dramma, parlando di un numero che oscilla tra i 5.000 e gli 11.000 morti nelle foibe del Carso, a cui devono aggiungersi appunto circa 30.000 profughi. E’ stato l’intero consesso consiliare, attraverso la sua presidenza e alcuni capigruppo, a prendere parte alle celebrazioni odierne, convergendo su alcune idee di fondo. “Questa pagina così dolorosa della nostra storia – è stato detto – è rimasta dimenticata per un sessantennio. Solo dopo gli anni ’90 e dopo lo sgretolamento della ex Jugoslavia si sono create le condizioni politiche per iniziare a farvi luce. Eppure – è stato affermato all’unisono – i crimini dettati dall’ideologia non vanno mai dimenticati, né possono essere letti attraverso una lente bibartisan”.
Per gli organizzatori di questa iniziativa il ricordare non è sinonimo semplicemente di commemorare. “Bisogna che le scuole – si è sostenuto – si interroghino sui motivi di ciò che è accaduto in un passato neanche troppo lontano. Tutte le Giornate della memoria, e non solo questa, ci mettono davanti a dei problemi non sempre risolti e che spesso si ripropongono, anche se in forme diverse, nella realtà attuale. La Giornata del ricordo diventa dunque un momento per comprendere il valore della vita e della giustizia e per evitare che ‘il passato diventi il futuro dei nostri figli’”.
All’iniziativa hanno preso parte anche i rappresentanti degli assessorati alla cultura e all’edilizia scolastica, che hanno sottolineato l’intenzione di questa Amministrazione provinciale ad accompagnare le scuole del territorio nei loro percorsi formativi.
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