Dalle prime dichiarazioni rilasciate da Catiuscia Marini in conferenza stampa si evince la necessità di ragionare sulla coalizione e sui programmi in vista delle regionali del 28 marzo. La candidata del Pd ha affermato che il punto di partenza della coalizione sono gli alleati con cui il Pd ha governato per dieci anni, che con loro vuole valutare l’apertura all’Idv e verificare l’eventuale confronto con quelle forze che a livello nazionale fanno parte dello schieramento alternativo al governo di centrodestra. Noi crediamo che l’Umbria abbia una sua specificità che va salvaguardata, che le ha garantito di attuare in questi anni una politica di sviluppo che ha tutelato le fasce deboli, ha potenziato la coesione sociale, ha declinato lo sviluppo con la solidarietà, ha valorizzato il lavoro, l’ambiente, il patrimonio artistico e culturale. Stravolgere questo percorso, coinvolgendo forze politiche che hanno una proposta di governo liberista e reazionaria, sarebbe un duro colpo per l’Umbria. Per questo concordiamo sull’esigenza di ripartire dalla coalizione che ha governato l’Umbria in questi anni e che ha garantito una esperienza di buon governo per i cittadini con livelli di servizi adeguati, a cominciare da quelli sanitari, e con standard elevati sotto il profilo della qualità della vita degli umbri. Alla stessa stregua non possiamo non cogliere l’opportunità di allargare la compagine del centro sinistra ad altre forze. Il centro – sinistra regionale, così come quello nazionale, attraversa una fase di difficoltà sotto il profilo del consenso. La perdita di comuni importanti anche nelle ultime tornate amministrative ne sono una testimonianza così come la partecipazione stessa alle primarie con cui il PD ha scelto la candidata per le prossime regionali. Se di allargamento occorre parlare questo deve interessare quelle forze che sono portatrici di temi che appartengono al patrimonio di tutto il centro – sinistra; riteniamo opportuno aprire la coalizione all’Idv, ma si deve lavorare perché la proposta programmatica si apra a parti importanti del centrosinistra che in Umbria ne sono escluse, come i Verdi e i Radicali, che hanno presentato un loro candidato. Valutiamo negativamente invece l’ipotesi di aprire a forze politiche come l’UDC, un’operazione spregiudicatamente moderata e politicista che non tiene conto della natura di una partito che a livello nazionale non brilla per una forte opposizione a Berlusconi, come ha mostrato il recente voto in parlamento sul legittimo impedimento o che è a favore del nucleare al punto che lo stesso Casini ha affermato pieno sostegno al governo in questa direzione. Da ultimo non possiamo dimenticare i giudizi fortemente negativi sulle esperienze di governo dell’Umbria. È urgente convocare la riunione della coalizione per affrontare i nodi programmatici che dovranno definire i confini della coalizione stessa e le proposte di governo per l’Umbria, che noi auspichiamo imbocchi la strada di un vero progetto riformatore, capace di affrontare le difficoltà che la crisi ha portato al tessuto produttivo e al bilancio di tante famiglie umbre, colpite dalla cassa integrazione, dalla mobilità, dalla perdita del posto di lavoro e dalla precarietà. Una coalizione nuova, aperta a nuove forze, per una vera discontinuità sotto il profilo della risposta alla crisi ed ai problemi della nostra regione, non per stravolgere il profilo del centro – sinistra aprendo a partiti che invece pensano che la crisi vada esclusivamente accompagnata o che su temi come l’ambiente, la laicità, i diritti da risposte agli antipodi delle scelte fin qui adottate. Stefano Vinti Condividi