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ROMA - La proposta, avanzata oggi dal governo alle parti sociali al tavolo delle trattative presso il ministero dello Sviluppo Economico, proposta che mira a definire un accordo di programma per tutti gli stabilimenti del gruppo "A. Merloni", che produce elettrodomestici nei suoi diversi impianti dell'Umbria e delle Marche, non va bene. Non va bene perché mira a dividere il gruppo Merloni in due tronconi, con la parte umbra conferita alla società Quadrilatero e la parte marchigiana affidata ad una presunta manifestazione d'interesse da parte di un gruppo industriale cinese. Si tratta di una proposta che non offre garanzia del proseguimento della produzione e del mantenimento dei livelli occupazionali e che lascia invece presupporre l'avvio di una operazione finanziaria speculativa della società Quadrilatero (la cui composizione societaria risulta ambigua per la presenza della stessa Merloni) ma non finalizzata a nessun futuro industriale. Per quanto riguarda il sito di Santa Maria a Fabriano, infine, non esiste alcuna certezza di piano industriale. Il primo risultato di oggi è che non è stato firmato alcun accordo, nonostante la protesta di centinaia di lavoratori della Merloni, in rappresentanza di oltre 3 mila lavoratori diretti e 5 mila dell'indotto, lavoratori venuti fino a Roma per manifestare tutta la loro preoccupazione per il futuro dei propri posti di lavoro. Oggi e domani, come Prc, continueremo a sostenere la lotta dei lavoratori contro la logica di accordi al ribasso. Condividi