Cinquemilatrecento. E’ questo il numero che misura la distanza tra Gianpiero Bocci e il suo sogno di diventare presidente della regione. Un voto, come ha sottolineato questa mattina in conferenza stampa Catiuscia Marini, omogeneo su tutto il territorio umbro. In attesa dei dati relativi ad alcuni comuni i numeri dicono che la Marini ha vinto in 54 comuni e Bocci in 28. Due i segni X. Epperò al di là di quelle piccole vittorie, in termini di peso numerico, che hanno costruito la vittoria della delfina della Lorenzetti, ce ne sono alcune che rappresentano veri e propri cappotti. Su queste si è deciso il successo dell’ex sindaco di Todi. In queste zone il “partito” dei sindaci e degli assessori del Pd ha fatto la differenza. Per quanto riguarda la provincia di Terni la candidatura di Bocci è stata triturata dalla morsa formata dal trio Di Girolamo (sindaco del capoluogo e destinatario ieri sera di una delle prime telefonate di ringraziamento della Marini), Agostini ( ras di Narni e dintorni) e Marinelli (la sua mozione è fortissima nell’Orvietano): il conto presentato al tavolo di Bocci parla di uno scarto pari a 3300 voti. 1300 solo su Terni città, il resto spalmati su tutta la provincia. Bocci tiene solo su Alviano, Arrone, Ferentillo, Guardea, Montecchio, Montefranco e Otricoli. Il resto è un pianto. A Narni la Marini vince con il 60 per cento e a Orvieto con il 63. Terni città parla di un’ancora più eloquente 67 per cento. Per quanto riguarda la provincia di Perugia lo scarto è stato invece pari a 2mila voti. Qui la partita è stata vinta da quegli amministratori (sindaci e assessori regionali) che meglio hanno saputo mobilitare le truppe sul territorio. A parte Todi, dove è stato registrato un risultato da Romania di Ceausescu (1600 a 150, con percentuali pro Marini mediamente superiori all’88 per cento con punte del 98), i risultati decisivi sono arrivati dall’Alto Tevere. Ovvero la riserva di caccia in primis dell’assessore regionale alla Sanità Maurizio Rosi et in secundis dei sindaci di Umbertide e Città di Castello, Giulietti e Cecchini. I numeri parlano chiaro: a Castello è finita 1819 a 569 e a Umbertide 1648 a 590. Due a zero e tutti a casa. A Marsciano, sebbene i dati non siano completi, le percentuali si aggirano intorno al 75%. Nella zona del Trasimeno i numeri sono simili: 75% a Castiglione del Lago, 70% a Passignano, 80% a Città della Pieve, 82% a Piegaro, 65% a Panicale. Da segnalare invece il piccolo smacco che la Marini subisce a Montefalco, patria dell'ex sindaco e ora suo fido scudiero Valentino Valentini: qui Bocci vince 242 a 163. Bocci rimane asserragliato nella ridotta di Spoleto (anche se nella sua Cerreto è caccia aperta ai 17 “disertori” che hanno rovinato un possibile 464 a 0), ottiene un ottimo risultato a Foligno (circa il 60%), patria della zarina Lorenzetti, vince poi anche a Bastia (feudo dello stramaccioniano Vannio Brozzi), Bettona, Campello, Cannara, Fossato di Vico e Gubbio. A parte Foligno, Gubbio e Spoleto (dove si segnala l’unico seggio, in località Terzo San Severo, dove Catiuscia Marini prende zero voti), tutte piccole vittorie in termini di grandi numeri che poco hanno potuto contro la macchina da guerra alto tiberina. E poi dicono che la politica ha perso il contatto con il territorio. Condividi