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C'è una concreta ipotesi cinese per gli elettrodomestici bianchi (lavatrici, lavastoviglie, frigoriferi) della Antonio Merloni, società in amministrazione straordinaria da oltre un anno con 3.200 dipendenti diretti (circa 5/6.000 nell'indotto). Nell'incontro di oggi al ministero dello Sviluppo economico nel quale è stata annunciata la firma di un accordo di programma per le aree dove sorgono gli stabilimenti (Marche, Umbria e Emilia Romagna) per la fine di febbraio, è emerso l'interesse di un Gruppo cinese partecipato dallo Stato. La società ''Machi China Holdings Group'' - secondo quanto riferito dal presidente della Regione Marche, Mario Spacca, che è tornato ieri dalla Cina dove ha incontrato i tre presidenti della Holding - sta lavorando da sei mesi a un piano per l'acquisto del perimetro aziendale degli elettrodomestici e dovrebbe decidere entro il mese se presentare una proposta. A 36 anni dalla nascita della Icem, società al 100% di Antonio Merloni (il fratello che si separò dagli altri tre figli del fondatore della Merloni, Aristide), cambierebbe quindi il panorama degli elettrodomestici ''bianchi'' italiani con l'arrivo di un proprietario straniero. Nell'incontro al ministero dello Sviluppo economico, intanto, in attesa di una manifestazione di interesse ufficiale si è deciso di fissare una data ultima per l'accordo di programma nella fine del mese. Per l'intesa - secondo quanto riferito dai sindacati - dovrebbero essere resi disponibili tra i 40 e i 50 milioni di euro. ''L'obiettivo dell'accordo di programma - ha detto il ministro Claudio Scajola - è quello di favorire il riutilizzo industriale degli immobili e degli impianti del gruppo presenti in Italia'' e di ''promuovere nuovi insediamenti produttivi nei territori interessati dalle attività dello stesso gruppo''. Il ministero ha sottolineato come si punti a realizzare ''processi di occupazione, accompagnati da formazione e riqualificazione professionali, che interessino non solo i lavoratori direttamente presenti nel gruppo industriale, ma anche l'indotto che partecipa al processo produttivo''. ''L'accordo di programma - ha detto il segretario nazionale Fiom Maurizio Landini - è un passo importante ma è solo uno strumento che deve servire sia ad attrarre investitori per il rilancio e la reindustrializzazione dell'area sia ad acquisire risorse per il rilancio produttivo e occupazione del Gruppo''. ''Ben vengano i cinesi - ha detto il segretario nazionale Uilm, Gianluca Ficco - ma intanto andiamo avanti con l'accordo di programma''. ''L'accordo di programma - ha aggiunto il segretario nazionale Fim, Anna Trovò - è strumento indispensabile per dare delle opportunita' al territorio e ai lavoratori attraverso nuove iniziative industriali. Va ricordato che la vicenda Merloni interessa tremila lavoratori diretti e circa cinquemila dell'indotto, ed è a livello nazionale tra le principali vertenze aperte''. Per l'Ugl '' importante per i lavoratori l'impegno che oggi si è assunto il governo di arrivare ad una firma dell'accordo di programma entro la fine di febbraio''. Condividi