PERUGIA - Convinta a lasciare la poverta' del suo paese con il miraggio di una vita migliore e di un lavoro sicuro in Italia, ma poi costretta a prostituirsi lungo i marciapiedi di Perugia, segregata in casa, minacciata, picchiata, lasciata senza cibo e violentata. Si e' conclusa con l'arresto dei suoi tre presunti aguzzini, due albanesi e una rumena, la triste storia di una rumena di 23 anni, ora al sicuro in una struttura protetta lontana dal capoluogo umbro. Le tre ordinanze di custodia cautelare in carcere, disposte dal gip di Perugia, Carla Giangamboni su richiesta del pubblico ministero, Alessia Traversi, sono state eseguite dai carabinieri della compagnia di Assisi, al termine di una indagine che ha preso il via la notte di Natale, quando la ragazza e' stata avvicinata e convinta a collaborare. "Una operazione - ha spiegato stamani il comandante dell'Arma di Perugia, Carlo Corbinelli nel corso di una conferenza stampa alla presenza del comandante della compagnia dei carabinieri di Assisi, Andrea Pagliaro - che vuole dare un segnale molto importante, a dimostrazione che il racket si puo' sconfiggere e che le povere ragazze malcapitate ne possono uscire". Sequestro di persona, estorsione, violenza sessuale aggravata, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione i reati contestati a vario titolo ai due albanesi, Klodian Xhika, 34 anni, Edmond Xholi di 37 e alla rumena 21enne, Andrada Pop. Nel corso della stessa operazione i carabinieri hanno arrestato per detenzione e spaccio di stupefacenti il fratello 28enne di uno dei due albanesi, risultato estraneo ai fatti ma trovato in possesso di 36 grammi di cocaina che aveva nascosto in una intercapedine della cassetta della posta. Secondo la ricostruzione fornita stamani dai carabinieri la giovane rumena, che non conosce la lingua italiana e che proviene da una famiglia molto povera, era stata convinta da una sua connazionale a raggiungere l'Italia prospettandole la possibilita' di una vita migliore. Nel novembre scorso era arrivata nella capitale dopo essere sbarcata a Fiumicino con un biglietto aereo pagato da uno di quelli che sarebbe diventato il suo aguzzino e la promessa di un impiego come sarta in un importante atelier italiano, con un regolare contratto di lavoro e un'ottima retribuzione. Una volta arrivata in Italia la giovane si e' dovuta scontrare con la dura realta' che si e' palesata con un lavoro in un night di Perugia, per 30 euro a serata e l'imposizione di lavorarci per contribuire alle spese sostenute per il suo soggiorno. I soldi guadagnati nel locale notturno pero' molto presto non sono bastati ai suoi aguzzini, i quali hanno deciso che la donna doveva essere avviata alla prostituzione per le vie di Perugia. Quindi il marciapiede e, in caso di ribellione, le botte e le minacce. Secondo quanto emerso dalle indagini la giovane straniera era stata segregata in un appartamento di Santa Maria degli Angeli, vicino ad Assisi, guardata a vista dalla sua quasi coetanea rumena, privata del cibo e ridotta a mangiare a volte solo pane e cipolla. Poi le minacce che se avesse parlato o si fosse ribellata ci sarebbero state ritorsioni nei confronti dei suoi familiari lasciati in Romania e le ripetute violenze sessuali subite da parte di uno dei suoi aguzzini. A Natale scorso l'intervento dei carabinieri e quindi gli arresti. Condividi