Una ''impresa cartiera'' che secondo la guardia di finanza tra il 2004 e il 2006 ha emesso fatture false per circa due milioni e mezzo di euro è stato individuata dalla compagnia di Terni della gdf. A essa le fiamme gialle sono risalite nell'ambito di una serie di indagini su quella che è considerata una vasta frode fiscale nel settore del commercio di auto.
Quella individuata dalla compagnia di Terni della guardia di finanza di Terni è una società a responsabilità limitata gestita da un ternano di 68 anni. Le fiamme gialle hanno accertato che la sede della società, dichiarata a Roma dall'imprenditore, era in realtà solo un indirizzo formale che coincideva con una abitazione e che non aveva nulla a che fare con l'impresa.
I finanzieri hanno appurato che l'impresa non aveva mai avuto un assetto organizzativo, in termini strutturali e finanziari. Risultava inoltre - in base agli accertamenti - priva di qualsiasi apparato contabile non avendo mai istituito i registri né presentato dichiarazioni fiscali.
Il titolare - ha spiegato la guardia di finanza - si è limitato ad emettere fatture false a favore di imprese effettivamente esistenti che annotavano nelle proprie scritture contabili i documenti fiscali fasulli emessi dal ternano, creandosi così costi fittizi per abbattere il proprio reddito imponibile. Tale meccanismo - ritiene la gdf - ha consentito a terzi anche un'evasione di imposte sul valore aggiunto per oltre 700mila euro. Il ternano, invece, riceveva - hanno accertato ancora le fiamme gialle - in cambio esigui compensi.
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