hack m..jpg
di Isabella Rossi PERUGIA - Più di un migliaia di persone, fra cui molti giovani, incuranti della fredda serata invernale, hanno atteso pazienti ieri sera il loro turno davanti al Teatro Pavone, per assistere alla presentazione del nuovo libro di Margherita Hack: “Libera scienza in libero stato” (edizioni Rizzoli). Alle otto è già lunga la fila davanti alle porte del teatro di piazza della Repubblica. Nel corso della serata saranno ben due i turni a teatro, per dare la possibilità a tutti di ascoltare lei, la ragazza quasi novantenne a cui è stato dedicato un asteroide. “Sono nata in un periodo in cui è stato facile capire cosa è una dittatura”, esordisce davanti al giovane pubblico. E la data della sua nascita 1922, l’anno della marcia su Roma, sicuramente avvalora la dichiarazione, sottolinea il giornalista Federico Fioravanti, chiamato a sostituire Curzio Maltese, assente per impegni urgenti. Rivendica “uno stato libero dalla ingerenze del Vaticano che finanzi la ricerca”, lei che del pensiero laico non ha fatto mai una bandiera, ma uno stile di vita. Sarà stato per via di quella impostazione scientifica, che convinse la giovane fiorentina, annoiata dalla lezione di Giuseppe de Robertis e dalla formazione umanistica. Quella facilità di scrittura di studentessa liceale si è tradotta negli anni in una vocazione alla divulgazione, scientifica e non. E non usa giri di parole Margherita Hack per manifestare il suo pensiero. Come poter migliorare le difficoltà degli studenti del sud alle scuole medie e superiori, senza debellare la mafia, la camorra e la ‘ndrangheta? Sullo stato di salute delle università italiane spende chiare lettere la scienziata. Buona la preparazione fornita, ma la carriera i giovani la fanno all’estero. E tante, troppe le piccole università fiorite in luoghi senza tradizione, in cui i professori vivono da pendolari non aiutano ad innalzare il livello, secondo l’astrofisica. La soluzione potrebbero portarla delle commissioni indipendenti. Ai suoi tempi furono associazioni informali, alla cui fondazione partecipò lei stessa, e che ottennero un riconoscimento del Cnr, a cambiare le modalità, rivoluzionando la ricerca in Italia. Fu allora possibile un’assegnazione di fondi, anche se minima, capace di far crescere i giovani astrofisici italiani. Sulla riforma dell’istruzione in atto in Italia non usa mezze parole la scienziata: “Un disastro”. Mentre in Italia si impoverisce la ricerca, eventi straordinari attendono i giorni futuri. Come quei Neo, “quei meteorini che orbitano vicino alla Terra e ce n’è uno che nel 2036 dovrebbe incrociarla”. Se dovesse accadere l’evento sarebbe paragonabile a quello che provocò la scomparsa dei dinosauri, spiega Margherita. Ma mentre il mondo scientifico dibatte sulle possibili soluzioni, in Italia si spendono fondi pubblici per finanziare congressi sul creazionismo. “Nessuno può provare l’esistenza di dio o il suo contrario, ma non è sulle scienze abiologiche che il Vaticano mette bocca” avverte la ricercatrice, ricordando quella “legge 40 passata in Italia con forte ingerenza del Vaticano e poi bocciata dalla Cassazione”. L’impegno politico è soprattutto un dovere civico, “ma non è il mio lavoro”, per la più volte candidata alla regionali e alle ultime europee nella lista unitaria di Prc e Pdc. Quello che sicuramente ben le riesce è l’osservazione e non solo astrofisica. Con quella maniera schietta e sanguigna tipica dei toscani regala commenti taglienti e puntuali: “Eravamo i Maccaronì in Francia ed emigranti in tanti paesi europei nel dopoguerra, e ancora prima negli Usa, adesso stiamo diventando un paese razzista”. E ancora: “Oggi sia governo che opposizione hanno una posizione meno laica della democrazia cristiana.” E poi, incoronata da frequenti applausi, la ragazza novantenne si lascia andare all’ennesima provocazione: “Berlusconi dice meno immigrati, meno reati. Mi viene da dire: meno Berlusconi meno reati”. Critiche che lasciano spazio a proposte concrete. Niente fondi alle scuole private solo per i ricchi, ma massimo impegno per un’istruzione pubblica necessariamente laica. Ma sbaglia chi la giudica populista. Nessun valore legale alla laurea, in modo da scoraggiare quelli che si iscrivono per il pezzo di carta. Ridurre a solo due le possibilità di ripetere esami universitari, perché l’Università sia per i meritevoli e non un parcheggio dei pigri. Richiede maggiore assistenza alle matricole, “più del 40% si perde per strada”. Non disdegna il nucleare, a patto di sfruttare prima al 100% le rinnovabili e di poter prevedere dove buttare le scorie. E giudica lo sbarco sulla luna di Obama “dal punto di vista pratico, inutile”. A quel solerte ministro che vorrebbe i ragazzi italiani a 18 anni fuori di casa senza nessun sostegno economico risponde beffarda: “Sì, a fare i clandestini”. E non stupisce che siano propri i più giovani ad ascoltarla, contravvenendo a quella legge che oppone al sapere degli anziani le necessità dei giovani. Del resto lo ha sottolineato anche lei “siamo tornati indietro più di mezzo secolo”. Condividi