ROMA - La Camera ha dato il via libera al disegno di legge sul legittimo impedimento, che ora passa al Senato.
Il testo è stato approvato con 316 voti a favore, 239 voti contrari. Gli astenuti sono stati 40. Alla votazione ha partecipato il governo al gran completo: i posti si sono esauriti e i ministri Tremonti e Meloni hanno dovuto votare dagli scranni dei deputati.
BERSANI, BERLUSCONI NON VUOLE FARSI GIUDICARE - Il provvedimento sul legittimo impedimento è composto da 'tante norme non semplici, ma la gente capisce una cosa semplice: c'é di mezzo Berlusconi, un premier che non vuole farsi giudicare e tiene ferma l'Italia su questo punto in una folle guerra tra politica e giustizia". Lo ha detto in sede di dichiarazione di voto, il segretario del Pd Pier Luigi Bersani.
NO A EMENDAMENTO ANTI-MINISTRI, 30 VOTI SCARTO - L'Aula della Camera ha respinto con soli 30 voti di scarto l'emendamento soppressivo del comma 3 dell'articolo 1 del legittimo impedimento, quello che estende la norma anche ai ministri. Nel Pdl c'era grande preoccupazione per il voto di questo emendamento visto che i deputati dell'Udc avrebbero votato con il resto dell'opposizione. L'esponente del Pdl Simone Baldelli gridava preoccupato a tutti i colleghi di partito che uscivano, magari per prendere un caffé, di rientrare "subito in Aula" per la votazione. Tutti gli esponenti del Pdl, racconta uno di loro, avrebbero ricevuto un Sms telefonico con il quale si raccomandava la presenza in Aula senza eccezioni. Ma la proposta di modifica, firmata da Pd e Idv, è stata respinta con 30 voti di scarto: 298 no, 268 sì. Il repubblicano Giorgio La Malfa ha annunciato in Aula la sua astensione. Banchi del governo al gran completo. In molti sono entrati in Aula poco prima di questo voto. Nel resto delle votazioni, la distanza tra i sì e no era sempre stata di circa 80-90 voti.
DI PIETRO, IN CORSO OMICIDIO DELLA LEGALITA' - "Una cosa è il legittimo impedimento perché ti sei rotto una gamba e sei in ospedale, un'altra è dire 'faccio il ministro e il lavoro mi blocca'. Prenditi un sabato mattina per andare in tribunale, invece di andare a sciare o andare con la Noemi di turno". Antonio Di Pietro, leader dell'Idv, ribadisce il suo 'no' al provvedimento sul legittimo impedimento all'esame della Camera. "Oggi è in corso un omicidio della legalità - spiega - Alcune persone hanno occupato le istituzioni e seguendo un modello piduista le stanno trasformando in loro dipendenze".
DILIBERTO, ARROGANZA BERLUSCONI E'SENZA UGUALI - "Berlusconi non vuol farsi processare. La sua arroganza di fronte al Paese è senza uguali: quella di un capo di Governo che pensa soltanto a salvarsi dai processi e a cui non interessano gli interessi generali del Paese", ha deto il segretario dei Comunisti Italiani Oliviero Diliberto commentando l'approvazione della legge. "A Berlusconi - ha aggiunto - non importa nulla delle tante questioni che riguardano le famiglie e i lavoratori di questo Paese e non importa nemmeno di distruggere il sistema giudiziario e il lavoro di tanti magistrati che , anche pagando con la vita, hanno garantito la legalità e la democrazia in questo Paese".
BOSSI, ANDAVA FATTO E L'ABBIAMO FATTO - "E' andata. C'é sempre qualche moralista ma andava fatta e l'abbiamo fatta. Questa è la dimostrazione che la maggioranza è molto forte". Questo il commento del leader della Lega Nord, Umberto Bossi, sull'approvazione del testo sul legittimo impedimento. Sembrava che Umberto Bossi e Pier Luigi Bersani si fossero abbracciati nella Buvette di Montecitorio ma è stato lo stesso leader della Lega Nord, parlando con i cronisti in Transatlantico, a smentire e a precisare: "A Bersani ho detto solo che è un buon moralista", ha chiosato il ministro.
POLEMICA CICCHITTO-D'ALEMA IN AULA - Botta e risposta tra Massimo D'Alema e Fabrizio Cicchitto, nell'aula di Montecitorio, durante il dibattito sul legittimo impedimento. A provocare la reazione dell'esponente del Pd è stato il capogruppo del Pdl, che nel suo intervento lo ha tirato in ballo per alcune vicende giudiziarie: "Lei, onorevole D'Alema, ha meno bisogno di avvocati dell'onorevole Berlusconi, sia per un diverso atteggiamento nei suoi confronti di molti magistrati, a partire da Di Pietro, sia perché nel passato si è potuto avvalere dell'immunità, che vale a livello del Parlamento europeo e in quella sede del voto a suo favore dei parlamentari del centrodestra che non sono garantisti a senso unico come lei" ha detto il dirigente del Pdl.
Pacata, ma altrettanto secca, la replica del presidente del Copasir, che per rispondere alle affermazioni di Cicchitto ha chiesto di poter parlare a titolo personale. "Non mi sono mai avvalso di alcuna immunità" ha premesso l'ex presidente del Consiglio. "La magistratura aveva fatto richiesta di utilizzare intercettazioni in un procedimento contro una terza persona. Il Parlamento europeo ha rifiutato tale autorizzazione" ha aggiunto D'Alema. Che poi ha ricordato anche un altro episodio: "Sono stato indagato per otto anni dalla Procura della Repubblica di Venezia, dal giudice Nordio: sono stato indagato, ho risposto alle domande del giudice e l'ho incontrato pur essendo segretario del maggior partito di governo e poi presidente del Consiglio. E dopo otto anni sono stato prosciolto senza alcuna legge di protezione e grazie all'assistenza del professor Calvi".
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