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di Isabella Rossi Carica di lucida, vibrante alienazione l’Elektra di Elisabetta Vergani, presentata da Farneto Teatro venerdì scorso al Teatro dei Riuniti di Umbertide. Dopo Cassandra, Medea ed Antigone in scena ancora un’eroina della classicità greca riscoperta da una prospettiva femminile. Un personaggio ricco di complessità al quale Hugo von Hofmannstahl, ispirandosi a Sofocle, non aveva saputo resistere, trasferendola in una Vienna di fine secolo letteralmente stregata dalle teorie psicoanalitiche di Sigmund Feud. Unica custode della memoria del padre a palazzo Elettra si priva di ogni individualità fino a farsi plasmare dalla vitalità bestiale che la sua sete di vendetta gli impone. Ma la memoria, che spoglia lei di ogni umano aspetto, è ritenuta l’unica conquista di una razza umana dominata da una sete di potere che si nutre di oblio fino al disconoscimento dei legami familiari. Una lupa, un animale domestico forte di memoria e parole che fanno vacillare la madre, Clytemnestra, che lambiscono la sorella, Chrysothemi, che riavvicinano l’affetto del fratello, Oreste, fuorviato dall’aspetto indegno di una principessa ingiustamente privata del potere concessole dal diritto dinastico. E proprio nel confronto fra le tre figure si ricostituisce un’individualità femminile frantumata da una prospettiva altra. Chrysothemi desiderosa di vita e maternità elemosina la complicità della sorella per la costruzione di un futuro dove possa realizzarsi. Clytemnestra cerca inutilmente di superare l’ostilità filiale offrendo ad Elettra un’ultima possibilità di alleanza in nome della capacità salvifica della sua parola. In lei agiscono forze contrapposte. E la coscienza materna, che rivendica il sonno, è messa a tacere di giorno da un’oscura cupidigia che assume i toni grotteschi di un sovraccarico abito rosso e ostenta, attraverso le due grucce, il tradimento dell’anima e del corpo compiuti. La psicanalisi non impedirà ad Elettra ed Oreste di portare a termine la loro vendetta e con lei la mitologica funzione originale loro affidata. Condividi