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di Daniele Bovi “So che tanta gente è andata in comune ad interessarsi del Perugia ma a me non è stato detto niente: ho saputo tutto per vie traverse”. Che i rapporti tra il Perugia Calcio di Covarelli e palazzo dei Priori non fossero idilliaci era noto. Il motivetto in città è famoso e va avanti da quando il costruttore perugino rilevò la società un anno e mezzo fa: sono solo, le istituzioni non mi aiutano. Poi ci fu lo sgarbo durante il derby Foligno-Perugia, con Covarelli che accusa il sindaco Boccali di aver assistito alla partita vicino a quello di Foligno Mismetti e non accanto a lui. Per giorni fu il gelo. L’escalation arriva con le dichiarazioni rilasciate lunedì sera ad Umbria Tv che non aiutano certo a rasserenare il clima. Tutto, ovviamente, gira intorno all’affaire del nuovo stadio e della cittadella dello sport: “Non è vero che la realizzazione del progetto è legata al raggiungimento della Serie B: questa è un’altra cazzata dei nostri amministratori”. E se ancora il concetto non fosse chiaro: “Il perugino non va bene, il romano non va bene, chi ti porta in Coppa Uefa come Luciano Gaucci neanche. Mi dicano loro allora chi va bene. Quando presentammo il progetto della cittadella dello sport – ricorda Covarelli – c’erano tutti: Maurizio Oliviero dell’Adisu, il rettore dell’Università di Perugia Francesco Bistoni, i rappresentanti dell’amministrazione. Ora invece sono spariti tutti”. Covarelli però si ferma qui, oltre non vuole andare: “La risposta sul perché sono spariti tutti la so ma la tengo per me. Il progetto prima o poi si farà ma non credo che lo realizzerà il Perugia di Covarelli. In realtà lo faranno fare a chi pare a loro”. E poi arriva l’attacco più pesante: imprenditori interessati al Perugia, secondo la versione del patron, avrebbero salito le scale di palazzo dei Priori per interessarsi alla società di Pian di Massiano. Nessuno poi, però, dal Comune avrebbe alzato la cornetta per avvertire l’imprenditore perugino. Le porte della società, nonostante tutto, rimangono aperte a tutti i possibili investitori: “Il problema però è che l’unico imbecille che si è avvicinato al Perugia sono stato io. Gli altri guardano solo l’interesse economico, a me invece interessano anche le emozioni”. La prima vittima di tutta questa situazione fatta di mezze frasi, mezze verità e accuse pesanti, è la chiarezza. In una città dove lo sport più amato è il calcio e quello più praticato la chiacchiera, il mix delle due cose diventa micidiale e non dovrebbe essere difficile capirlo. Ecco perché un momento di verità e di chiarezza fra le due parti non sembra più rinviabile. La storia di Barbieri tirata fuori da Umbrialeft ha lasciato il segno? Di Barbieri non ci importa nulla ma abbiamo altri progetti? Qualcuno parli, possibilmente senza lanciare messaggi in codice. Condividi