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di Tommaso Vaccaro (da www.dazebao.org) L’Italia è in crisi. Una crisi grave, profonda e strutturale. Con gli ultimi dati Istat sul tasso di disoccupazione salito alle stelle nello scorso mese di dicembre e con l’indagine presentata dall’Eurispes sui salari italiani, ridotti a poco più di un’elemosina, sarà difficile raccontare ancora una volta la storia del Paese dei Balocchi. Dei balocchi, infatti, non vi è traccia ed il paese è sull’orlo di un collasso. Con buona pace del Cavaliere e del prode Tremonti. Istat: disoccupazione a livelli massimi L’ultimo mese del 2009 ha registrato un tasso di disoccupati dell'8,5%. Un record dal 2004 che, in numero di persone alla disperata ricerca di un impiego, si traduce in più di due milioni di italiani a spasso. A dicembre vi è stato un incremento di questo dato del 2,7% rispetto a novembre (+57mila unità) e del 22,4% nel confronto con lo stesso mese dell'anno prima (+392mila). La disoccupazione – rileva l’Istat - è arrivata quindi all'8,5% dall'8,3% di novembre (+1,5 punti percentuali rispetto a dicembre del 2008), raggiungendo il valore massimo almeno da gennaio del 2004. Un tasso particolarmente elevato fra i giovani sotto i 25 anni (26,2% di disoccupati) e fra le donne (10%), mentre gli uomini sopra i 25 anni senza lavoro sono il 7,5%. L’Eurispes: l’Italia è un Paese immobile con i salari tra i più bassi d’Europa “Non abbiamo timore di essere accusati di eccessivo allarmismo, ma dal nostro osservatorio cogliamo segnali preoccupanti di disagio, di distacco, quando non di ostilità nei confronti delle Istituzioni che aspiranti capipopolo vorrebbero cavalcare”. Ad affermarlo è il presidente dell’centro di studi politici, economici e sociali, Gian Maria Fara, presentando l’ultima ricerca su alcuni aspetti particolari della vita del nostro Paese. Dati, forse, ancor più allarmanti di quelli forniti dall’Istat, perché tratteggiano una crisi non solo economica, ma anche culturale, politica, psicologica e sociale dell’ex Bel Paese. “Mentre tutto ciò accade – continua Fara – la nostra classe dirigente appare interessata solo agli equilibri di potere, a costruire e smontare alleanze, ad operare per il proprio esclusivo tornaconto, ad imbastire lucrosi affari, a difendere privilegi e vantaggi senza rendersi conto che l'intero sistema si sta progressivamente sfaldando”. Si parte dai salari, bassissimi, degli italiani. Il 17% in meno della media dei Paesi Ocse, 19% in meno della media europea contata su 19 Paesi, riporta lo studio Eurispes. L'Italia occupa infatti il ventitreesimo posto della classifica stilata dall’istituto di ricerca su un campione di trenta nazioni industrializzate. Il salario medio annuo, al netto, ammonterebbe infatti a 21.374 dollari, pari a poco più di 14.700 euro. Immigrati, lavoro e informazione. La crisi economica diventa sociale “Gli immigrati rubano il lavoro agli italiani”. Ne è convinto quasi un italiano su quattro, con un campione di intervistati pari al 24,8%. Una formula parecchio usata in tempi di guerra tra poveri e che ha anche delle precise coordinate politiche. Questa convinzione diviene, infatti, via via più accentuata quanto più a destra si collocano gli intervistati: dal 17,3% dei soggetti di sinistra, si passa al 33,3% dei soggetti di destra. E se la lotta per un posto di lavoro sta all’origine di molte discriminazioni, il rapporto Eurispes 2010 sottolinea inoltre la responsabilità dei mezzi d’informazione su questo versante. Il 31,7% degli italiani ritiene, a tal proposito, i media responsabili dell'ondata di xenofobia nel Paese. L’istruzione è “inutile”. Affidiamoci alla magia Nonostante la strategicità del settore, soprattutto in chiave anti-crisi, l’istruzione pubblica italiana continua a boccheggiare a fronte di un esodo di studenti verso le scuole private (“più facili da cui uscire più in fretta”) e a fronte di un mercato del lavoro che sfavorisce soprattutto chi è in possesso di un titolo di laurea. Rispetto alla media fatta registrare dall'insieme dei paesi Ocse (32%), in Italia, infatti, solo il 16% degli occupati tra i 25 e i 34 anni è laureato. E per la popolazione tra i 15 e i 24 anni, il rischio di rimanere disoccupato "aumenta al crescere del titolo di studio". Così ci si affida sempre di più ai maghi, agli astrologi ed ai cartomanti (155.000 nel Paese) per risolvere problemi di cuore e di salute, ma soprattutto per questioni legate alla lavoro. Per ottenere un "consiglio" del genere le spese affrontate dagli italiani si sono mediamente aggirate sotto ai 50 euro (74,1%). Ma c'è anche chi è arrivato a pagare cifre sbalorditive: tra 501 e mille euro (il 4,7%) o addirittura più di 3mila euro (1,2% dei casi). E chissà che con l’ottimismo di Berlusconi e qualche talismano magico non si risolvano tutti i problemi del Paese. Come d’incanto. Adusbef e Federconsumatori: ci chiediamo cosa aspetti il Governo ad intervenire Non si rivolgono ai maghi, bensì al governo, le associazioni dei consumatori guidate da Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti. Adusbef e Federconsumatori sottolineano, infatti, come questi “dati drammatici sulla situazione” che attraversa il Paese, incidono direttamente “sulla qualità della vita delle famiglie che, nel 2009, hanno conosciuto una caduta verticale dei propri redditi, in media del -1,9%, ma addirittura del -3,2% per le famiglie a reddito fisso e del -12% per le famiglie direttamente colpite dalla cassa integrazione”. A questo grave scenario si aggiunge poi una pressione fiscale che “è aumentata dello 0,6%”. “I dati parlano da soli – dicono congiuntamente Trefiletti e Lannutti – ci chiediamo cosa aspetti il Governo ad intervenire”. Ecco, appunto, cosa aspetta? Condividi