Anna Mossuto, direttore del Corriere dell'Umbria, è solita intervenire in prima persona di domenica nel dibattito politico che interessa la nostra regione. Prima eccezione l'ha fatta sabato 23 allorché ha voluto dedicare il suo editoriale ad una questione che Umbrialeft ha lungamente trattato nei mesi passati, anche ospitando a più risprese scritti a firma del segretario regionale di Rifondazione Comunista, Stefano Vinti.
La questione trattata dal direttore del quotidiano più letto in Umbria è quella dell'
Italia di mezzo, una terminologia, come si vede, assai simile a quell'
Italia mediana che è stata da noi scelta e che ci fa intravvedere sin dall'inizio una forte identità di vedute nei ragionamenti che abbiamo entrambi sviluppato.
Questo sin dall'inizio, allorché Anna Mossuto osserva che
"Se le regioni del Centro Italia si dessero la mano forse il destino di chi abita nelle città della Toscana, dell'Umbria, del Lazio e delle Marche sarebbe completamente diverso". Una riflessione, sostiene,
""sulla possibilità, o meglio l'opportunità, di costituire un modello da anteporre tra il federalismo liberista del settentrione e l'annosa problematica di una carenza di modernizzazione del meridione".
Come fare? Il direttore del Corriere dell'Umbria propone un cammino che noi condividiamo pienamente al fine di dare vita ad un modello che possa fare da cerniera fra nord e sud: un laboratorio
"dentro cui elaborare riforme di natura economica, sociale e sanitaria senza mortificare per questo le specificità e le diversità di ogni territorio, di ogni provincia; diversità e specificità che, al contrario, devono essere considerate un arricchimento e un valore aggiunto".
Per fare questo raccomanda di coinvolgere e mobilitare i cittadini, per farli sentire non comparse, bensì protagonisti del processo che propone. Dare voce all'Italia di mezzo - spiega anche Anna Mossuto - vuol dire
"siglare un patto, quindi orientare le energie e anche le risorse verso una programmazione globale, studiare una legislazione il più possibile comune e favorire una mentalità culturale basata sul principio che, comunque e dappertutto l'unione fa la forza".
"Caratterizzando e stabilendo un'alleanza del genere - è la sua conclusione -,
"le singole regioni ne potranno solo ricavare benefici in termini di confronto, di scambio e di occasioni di sviluppo".
Di tutto questo siamo profondamente convinti anche noi che abbiamo salutato con piacere il fatto che nell'ottobre scorso si siano ritrovati a Perugia, nella sede di Rifondazione Comunista, le segreterie regionali ed i gruppi consiliari regionali del Prc di Emilia Romagna, Toscana, Marche, Lazio ed Umbria, quelli, quindi, dell'Italia mediana, proprio per dare vita a politiche e progetti comuni per affrontare al meglio gli effetti della riforma federale dello Stato.
""Per realizzare un paradigma di tale specie - scriveva anche nel suo editoriale Anna Mossuto -
"Non c'è bisogno di granchè. Occorre soltanto la volontà politica di istituzioni e forze locali di essere parte attiva per governare i cambiamenti e le sfide del nostro tempo".
Come si vede il Prc ha già raccolto questa sfida, ci aiuti ora il Corriere dell'Umbria affinché anche le altre forze politiche umbre, tanto di maggioranza che di minoranza, diano dimostrazione di questa volontà, sin dalla formulazione dei loro programmi elettorali.
Ci contiamo.
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