Si apre domenica 31 gennaio la stagione 2010 degli incontri d’autore del Cinema Zenith.
In occasione dell’uscita del nuovo film di Giorgio Diritti “L’uomo che verrà”, ad accompagnare la visione della pellicola, saranno presenti in sala l’attrice Paola Pizzirani e l’autore delle musiche Marco Biscarini. I due “protagonisti” del film italiano più interessante della stagione in corso, già premiato al Festival del Cinema di Roma, guideranno gli spettatori all’analisi del film in compagnia del critico cinematografico Andrea Fioravanti.
Biscarini e Pizzirani interverranno al termine della proiezione pomeridiana delle 17,30 e prima e dopo i due spettacoli serali delle ore 20,00 e 22,30.
Il film
Quello che è riuscito a fare Giorgio Diritti con questo suo bellissimo, micidiale, straziante secondo lungometraggio di finzione dopo il "caso" di Il vento fa il suo giro ha davvero del miracoloso: narrare sullo schermo una pagina di storia italiana così dolorosa da essere quasi irraccontabile senza rinunciare in nessun modo alla meraviglia del cinema, accostando la matura consapevolezza del proprio doloroso messaggio a quella del linguaggio cinematografico, con un piglio spiccatamente neorealista (nell'accezione migliore e meno banalizzante del termine) e una realizzazione impeccabile che farebbe la gioia dell'Academy - se per una volta presentassimo loro il film giusto.
E come se non bastasse, Diritti non ha scelto certo la via più facile per raccontare la vicenda, bensì il più ostico, complesso, impossibile dei punti di vista: quello dei bambini, e quello delle vittime. L'uomo che verrà è un film che racconta l'insensatezza della Storia degli uomini attraverso gli occhi di chi non può comprenderla ("ecco una cosa che ho capito, che molti vogliono ammazzare qualcun altro") e di chi non ne ha alcuna intenzione ("chi se ne frega della storia e di chi la fa"), attraverso lo sguardo di chi vede soltanto l'essenziale, la morte, la vita, e che non può che lottare per la sopravvivenza di quest'ultima.
La scelta di Diritti, una scelta coraggiosa e che fa immediatamente la differenza nel film fin dalla prima sequenza, è quindi di accostarsi quieto dietro le spalle di Martina per parlare agli spettatori senza filtri e condizionamenti - non solo narrativamente ma anche a livello linguistico, con un uso sapiente quanto assolutamente spudorato della soggettiva - spalancando gli occhi di fronte a un mondo sporcato per sempre dall'insensata violenza dell'umanità.
Un mondo e un'umanità a cui viene data però ancora un'ultima possibilità: quella di raccontare alle nuove generazioni il proprio passato, di cantare anche a bassa voce le nenie di un tempo altrimenti soffocato dalla morte, perché l'uomo che verrà non debba ripetere gli stessi maledetti errori.
Un film dolente e universale, maledettamente stupendo.
Meriterebbe un post a parte la colonna sonora curata da Marco Biscarini e Daniele Furlati: tra ninna-nanne, trascinanti melodie morriconiane e inquietantissimi cori atonali, un autentico capolavoro
Si apre domenica 31 gennaio la stagione 2010 degli incontri d’autore del Cinema Zenith.
In occasione dell’uscita del nuovo film di Giorgio Diritti “L’uomo che verrà”, ad accompagnare la visione della pellicola, saranno presenti in sala l’attrice Paola Pizzirani e l’autore delle musiche Marco Biscarini. I due “protagonisti” del film italiano più interessante della stagione in corso, già premiato al Festival del Cinema di Roma, guideranno gli spettatori all’analisi del film in compagnia del critico cinematografico Andrea Fioravanti.
Biscarini e Pizzirani interverranno al termine della proiezione pomeridiana delle 17,30 e prima e dopo i due spettacoli serali delle ore 20,00 e 22,30.
Il film
Quello che è riuscito a fare Giorgio Diritti con questo suo bellissimo, micidiale, straziante secondo lungometraggio di finzione dopo il "caso" di Il vento fa il suo giro ha davvero del miracoloso: narrare sullo schermo una pagina di storia italiana così dolorosa da essere quasi irraccontabile senza rinunciare in nessun modo alla meraviglia del cinema, accostando la matura consapevolezza del proprio doloroso messaggio a quella del linguaggio cinematografico, con un piglio spiccatamente neorealista (nell'accezione migliore e meno banalizzante del termine) e una realizzazione impeccabile che farebbe la gioia dell'Academy - se per una volta presentassimo loro il film giusto.
E come se non bastasse, Diritti non ha scelto certo la via più facile per raccontare la vicenda, bensì il più ostico, complesso, impossibile dei punti di vista: quello dei bambini, e quello delle vittime. L'uomo che verrà è un film che racconta l'insensatezza della Storia degli uomini attraverso gli occhi di chi non può comprenderla ("ecco una cosa che ho capito, che molti vogliono ammazzare qualcun altro") e di chi non ne ha alcuna intenzione ("chi se ne frega della storia e di chi la fa"), attraverso lo sguardo di chi vede soltanto l'essenziale, la morte, la vita, e che non può che lottare per la sopravvivenza di quest'ultima.
La scelta di Diritti, una scelta coraggiosa e che fa immediatamente la differenza nel film fin dalla prima sequenza, è quindi di accostarsi quieto dietro le spalle di Martina per parlare agli spettatori senza filtri e condizionamenti - non solo narrativamente ma anche a livello linguistico, con un uso sapiente quanto assolutamente spudorato della soggettiva - spalancando gli occhi di fronte a un mondo sporcato per sempre dall'insensata violenza dell'umanità.
Un mondo e un'umanità a cui viene data però ancora un'ultima possibilità: quella di raccontare alle nuove generazioni il proprio passato, di cantare anche a bassa voce le nenie di un tempo altrimenti soffocato dalla morte, perché l'uomo che verrà non debba ripetere gli stessi maledetti errori.
Un film dolente e universale, maledettamente stupendo.
Meriterebbe un post a parte la colonna sonora curata da Marco Biscarini e Daniele Furlati: tra ninna-nanne, trascinanti melodie morriconiane e inquietantissimi cori atonali, un autentico capolavoro
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