PERUGIA - ''La situazione che emerge dai dati, per un verso quanto mai critica a causa della carenza in quasi tutti gli uffici sia del personale amministrativo, sia dei magistrati togati ed onorari, porta ad affermare che siamo arrivati al 'redde rationem' e che non sia piu' tempo ne' di vuote e retoriche relazioni su bilanci consuntivi e prospettive sperate e che sia invece necessario e non piu' rinviabile un ripensamento complessivo del sistema giustizia''.
Lo ha detto tra l'altro, nelle sue conclusioni ad una lunga relazione (38 pagine con dati e riscontri sulle carenze d'organico, ma anche una difesa all'incomiabile lavoro svolto) il Presidente reggente della Corte d'Appello di Perugia Emanuele Salvatore Medoro, dinanzi ad autorita' politiche, civili e militari, dell'arcivescovo mons. Bassetti, nella aula Goretti della Corte, a Perugia.
''E' urgente mettere mano alla geografia giudiziaria del distretto, decidendosi una buona volta - ha aggiunto Medoro - in ordine alla redistribuzione del territorio tra i 4 tribunali esistenti o alla soppressione dei due tribunali minori, se non adeguatamente rinforzati, nel territorio e negli organici, non essendo piu' tollerabile la situazione esistente, ne' in termini di costi, ne' in termini di produttivita' del servizio giustizia''. I posti scoperti ce ne sono anche di apicali: non e' stato rinnovato il primo presidente, ne' e' stato nominato il Procuratore Capo di Perugia che oggi ha un reggente.
Altro punto di riflessione, la normativa sull'equa riparazione per ingiusta detenzione che ''va rivista e ripensata - ha aggiunto - soprattutto quella sull'equo indennizzo per la non ragionevole durata dei processi, normative che hanno finora determinato una vera e propria emorragia di risorse dello Stato''.
Infine un auspicio: che l'assemblea odierna acquisti il carattere di momento di conoscenza da parte dei cittadini, dei problemi dell'amministrazione della Giustizia nell'ambito del distretto e ''di occasione di confronto - ha concluso Medoro - tra tutte le categorie sociali interessate e dei rappresentanti delle i istituzioni, perdendo il connotato che sembrava avere sempre piu' acquisito di cerimonia in cui i magistrati, paludati per l'occasione, parlano a se stessi, pronunziando parole il cui senso si perde nell'aria e nel tempo''.
Le considerazioni generali del presidente reggente della Corte D'Appello di Perugia, parlano invece di ombre e luci, specificando che ''le ombre rischiano di trasformarsi in tenebre, ma nonostante tutto, luci fanno sperare in meglio per il nuovo anno giudiziario''.
La sua relazione ha messo in evidenza che l'andamento dei reati nel periodo luglio 2008-giugno 2009, non presenta mutamenti da destare particolare allarme sociale; ma aumenti ce ne sono stati, come furti specie quelli in abitazione, reati attinenti la prostituzione lievitati nella misura dell'86% e il traffico di stupefacenti +19%.
In aumento anche i reati connessi a cittadini stranieri (Perugia e Terni in special modo). La Corte di Appello ha celebrato 38 procedimenti per reati commessi da extracomunitari. In aumento - ha continuato Medoro - i reati di violenza sessuale e di pedofilia in tutti i tribunali del distretto, tranne Orvieto.
Buono l'andamento della giustizia minorile, sia nel civile che nel penale. ''Nella stragrande maggioranza dei casi i procedimenti penali - ha detto - riguardano minori stranieri di cui spesso si ignora la vera eta'. L'intervento penale nei loro confronti - ha spiegato - trova spesso un ostacolo insormontabile per il loro recupero e la loro risocializzazione per ragioni culturali, sociali e familiari. Da sottolineare che un numero consistente di minori imputati e' costituito da nomadi che per il loro tipico stile di vita non solo spesso risultano irreperibili, ma non possono nemmeno essere sottoposti alla messa in prova.
I servizi sociali - ha continuato il magistrato - trovano, inoltre, difficolta' nel redigere il programma attuativo della loro messa in prova, anche perche' devono tenere conto della scarsezza sul territorio degli strumenti e delle strutture disponibile ad accogliere l'imputato per lo svolgimento dell'attivita'' di volontariato, che costituisce di solito il contenuto dell'esperimento della messa alla prova''.
Per quanto riguarda le adozione nazionali ed internazionali Medoro ha sottolineato che ''a fronte di 1.104 domande pendenti al 30 giugno 2009 vi e' un numero esiguo di minori - non piu' di 9/10 - all'anno''.
Sulle cause di lavoro, la relazione di Medoro, ha evidenziato una ''inversione di tendenza rispetto agli anni pregressi, essendosi riscontrata - ha detto - una riduzione nelle iscrizioni delle cause di lavoro, scese del 13,42% presso il tribunale di Perugia ed in misura meno netta, in quelle di provenienza''.
Nelle controversie di famiglia, sono calate le separazioni (da 846 a 724) ed i divorzi passati da 500 a 395; c'e' invece un incremento delle istanze di fallimento pari al 33,19% presso il tribunale di Perugia. Tale lievitazione e' ascrivibile alla nota situazione di crisi economica. Sugli organici, in servizio nel distretto ci sono oggi 104 magistrati togati a fronte di un organico di 115, con caenze di 11 unita' anche tra i Got, i Vpo e i giudici di pace.
C' e' poi un problema di sicurezza in Umbria collegato alla presenza ''di un numero cosi' rilevante di detenuti sottoposti a regime carcerario differenziato''. Nei 4 istituti di pena dell'Umbria i detenuti sono in costante aumento: erano 858 il 30 giugno 2008 se sono saliti a 1.125 (di cui 63 donne e 1.062 uomini) alla stessa data del 2009.
''E' bene, inoltre - ha detto il magistrato - sottolineare come di questi detenuti solo circa la meta' sono condannati ed una buona quota di essi, soprattutto ancora imputati, ha problemi di tossicodipendenza. Ancora una volta questa presidenza - ha proseguito Medoro - desidera richiamare la particolare attenzione di tutte le istituzioni competenti sul fatto che la presenza di un numero cosi' rilevante di detenuti sottoposti a regime carcerario differenziato, concentrati in realta' urbane modeste quali quelle di Spoleto e di Terni, non puo' non avere conseguenze sull'intero tessuto sociale e culturale non solo di quelle realta' ma anche dell'intera regione, a tacere, peraltro, degli immediati riflessi in termini di sicurezza che tale presenza comporta''.
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