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ROMA - La CGIL ha proclamato per il prossimo 12 marzo lo sciopero generale, uno sciopero che ha come obiettivo principale la questione dell’eccessivo onere fiscale per i redditi da lavoro dipendente e da pensione. Il segretario della CGIL ha infatti affermato "E' una protesta necessaria, i lavoratori sono strozzati dal fisco, il governo agisca". Epifani ha poi continuato: "E' da tempo che chiediamo una riduzione delle imposte sul lavoro dipendente e sui pensionati. Lo scorso anno dicemmo che sarebbe aumentato il prelievo sulle buste paga e tutti i dati l'hanno confermato. Basti pensare a cosa e' accaduto sulle ultime tredicesime. Nel corso del 2009 di fronte ad un aumento dell'1,7% delle retribuzioni di fatto, al netto della cassa integrazione e della disoccupazione, c'e' stato un incremento del prelievo fiscale intorno all'1%. Questo vuol dire che non facendo nulla, come ha scelto il governo, le tasse sul lavoro dipendente e sui pensionati continuano a salire. Se si aspetta ancora un po' si restituira' ai lavoratori quello che stanno pagando in piu': una vera presa in giro”. In particolare il segretario della CGIL si riferisce poi al meccanismo del drenaggio fiscale, ovvero al fatto che lasciando invariati gli scaglioni di imposizione fiscale anche con l’aumento solo nominale delle retribuzioni i lavoratori si trovano ad avere una imposizione maggiore, e smentendo quanto affermato dal Ministro Tremonti che vedrebbe in una riduzione del livello delle imposte il rischio di una vera e propria macelleria sociale per i tagli che si renderebbero necessari alle spese pubbliche afferma: "Non e' cosi'. Il ministro e' molto bravo a mettere in campo contraddizioni che pero', in questo caso, non ci sono. Ripeto: se non si fa nulla, i lavoratori finiscono per pagare piu' tasse perché così agisce il drenaggio fiscale. In secondo luogo, nelle nostre proposte sono previste le compensazioni alla riduzione delle tasse. Pensiamo che si debba operare uno spostamento dell'imposizione dal lavoro ad altre forme di reddito perche' bisogna smetterla con l'attuale sistema in cui c'e' chi paga sempre per tutti e chi non paga mai". Aggiungendo poi, sempre sul meccanismo del drenaggio fiscale, che: ”Sul fisco intendiamo aprire una vera e propria vertenza. Bisogna fare un negoziato, non una tavola rotonda. E non è un caso che finora ci siano state tante promesse e altrettanti rinvii. Ma pensare di non fare nulla per tre anni, da qui alla fine della legislatura, significa programmare l'aumento del prelievo fiscale sui redditi fissi di circa un punto all'anno.” Epifani ha inoltre ricordato, a chi lo accusava di mettere in scena uno sciopero preventivo che “gia' contro il governo Prodi proclamammo uno sciopero sul fisco che poi non si fece perché cadde il governo". Sulle modalità di concreto svolgimento della protesta al momento sono state annunciate quattro ore di stop con diverse manifestazioni in tutta Italia. Tra le prime reazioni all’annuncio di Epifani arriva quella del Segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, che dichiara "Ognuno è libero di fare quello che ritiene di fare ma noi pensiamo che sia un errore proclamare uno sciopero durante la campagna elettorale. Questo fatto rischia di portare acqua al mulino di quelli che non vogliono la riforma fiscale", in particolare il leader di Via Po considera “pericoloso confondere l'azione del sindacato con quella dei partiti" come fa la Cgil su un argomento, come la riforma fiscale, che non deve essere terreno di scontro ma in cui "bisogna ricercare le giuste alleanze nella politica e nella societa' civile attraverso una 'consulta' tra sindacati, imprese e istituzioni per spingere tutti insieme il Governo e il Parlamento ad abbassare le aliquote, spostando la tassazione dai redditi ai consumi, al netto di stipendi e pensioni, e con un forte sostegno alle famiglie a medio e basso reddito". Adesione forte e convinta allo sciopero del 12 marzo arriva invece da Federconsumatori e Adusbef. Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, presidenti di Federconsumatori e Adusbef, sul punto dichiarano: "È da oltre un anno che rivendichiamo misure a sostegno delle famiglie a reddito fisso, attraverso una detassazione di salari e pensioni. Gli indicatori economici del 2009, come ha confermato recentemente anche Bankitalia, sono stati pessimi. Inoltre, sempre nel 2009, la pressione fiscale e' aumentata dello 0,6%, passando dal 42,8 al 43,4 (fonte Istat), con un aggravio sui redditi da lavoro dipendente fino a 25.000 euro annui di 150 euro in più. Di fronte a ciò il Governo non ha fatto nulla, ma così non si può andare avanti” concludendo poi che:“Il 12 marzo sarà un appuntamento importante per invertire tale tendenza e riportare le esigenze delle famiglie al centro del dibattito politico". Condividi