GAIFANA DI NOCERA UMBRA - Questa mattina, circa ottocento lavoratori della Antonio Merloni hanno partecipato all’assemblea di fronte allo stabilimento di Gaifana e preso parte al corteo per chiedere un piano di reindustrializzazione all’insegna dell’innovazione, con il coinvolgimento di imprenditori seri e capaci che sappiano rilanciare la produzione dell’azienda e dare maggiore garanzie al lavoro.
Cgil, Cisl e Uil Umbria confederali e di categoria hanno ribadito nel corso dell’iniziativa, che ha compreso il blocco temporaneo del traffico della via Flaminia per circa un’ora, l’urgenza di un tavolo di coordinamento tra le organizzazioni sindacali, le istituzioni e le associazioni imprenditoriali. Coordinamento necessario per definire progetti idonei al mantenimento della produzione degli elettrodomestici, nonché per la reindustrializzazione del territorio con nuove iniziative.
Alcuni momenti di tensione hanno dato forma alla disperazione degli attuali 1038 lavoratori dello stabilimento e delle proprie famiglie, che con l’indotto arrivano a superare le 3mila unità. Da cinque anni, i lavoratori dello stabilimento di Gaifana vivono una situazione occupazionale altalenante, certamente aggravata dalla crisi economica internazionale che ha colpito anche l’Umbria.
Presenti alla manifestazione Giovanni Ciani della Cisl Umbria, Adolfo Pierotti della Fim Cisl Umbria, Mario Bravi della Cgil Perugia, Francesco Giannini della Fiom Perugia, Umbro Conti della Uil Umbria i quali hanno sottolineato che “l’Accordo di programma deve essere sottoscritto entro il mese di gennaio, come da impegni presi dal Governo nazionale. La scadenza del 30 maggio della Legge Marzano – hanno poi spiegato - se non supportata dall’Accordo stesso, porterebbe alla fine degli ammortizzatori sociali, che sono indispensabili per consentire l’individuazione di progetti sia per proseguire la produzione di elettrodomestici, che per la reindustrializzazione del territorio della fascia appenninica".
"Questa, abitata da 70mila persone – hanno poi specificato - rappresenta il territorio umbro maggiormente in crisi, basti pensare alla ceramica e all’edilizia, e quindi necessita di risposte immediate. Risposte che possono giungere solamente con l’assegnazione di nuove e consistenti risorse economiche. Dopo due inverni senza primavera, continueremo a batterci, anche con iniziative più incisive, per una nuova stagione che dia soluzioni concrete a questo dramma. Soluzioni che devono essere concretizzate nonostante la campagna elettorale in essere nella nostra regione”.
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