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Il giorno 21 ennaio è stato siglato a Perugia presso la Regione dell’Umbria, alla presenza anche del rappresentante della direzione provinciale del lavoro, un accordo, in seguito ad un esame congiunto tra l’impresa Giannelli Silencers Spa rappresentata dal signor Giorgio Giannelli assistitito da Confindustria di Perugia rappresentata dal dott. Alberto Arata e le organizzazioni sindacali FIOM CGIL rappresentata da Alessandro Pirgentili e la FIM CISL rappresentatala Gianni Scalamonti unitamente alla r.s.u. rappresentata da Massimo Savini, Ermanno Micheletti e Mauro Grilli. L’accordo è intervenuto dopo diversi incontri avvenuti in Azienda, nei quali è stata esaminata congiuntamente la situazione aziendale e l'andamento della produzione di marmitte e sistemi di scarico per moto, ciclomotori e auto, che ha registrato una forte contrazione degli ordini determinata da un riassetto generale delle prospettive produttive delle case automobilistiche e motociclistiche che a livello mondiale soffrono di una crisi profonda e strutturale. Le parti hanno evidenziato che i periodi di cig ordinaria utilizzati sino ad oggi si stanno esaurendo, in quanto la contrazione dei volumi produttivi si è protratta per diversi mesi e, non avendo il Governo esteso la possibilità di utilizzare la cig ordinaria da 52 a 104 settimane, hanno convenuto circa l’esistenza dei requisisti e presupposti che consentono alla azienda di richiedere il riconoscimento dello stato di crisi aziendale con conseguente intervento della cig straordinaria nei confronti di 67 unità lavorative che saranno sospese dal lavoro e/o lavoreranno ad orario ridotto dal primo febbraio per 12 mesi. L’accordo prevede l’anticipo della cig da parte della Azienda e momenti mensili di verifica sull’andamento della stessa. Con la Giannelli sono 300 i lavoratori dell’industria metalmeccanica che sono passati dalla procedura di cassa integrazione ordinaria a quella straordinaria in Alto Tevere, con la possibilità che la lista si allunghi nei prossimi giorni. Questo dato mette in evidenza la persistente gravità della crisi sul fronte occupazionale con conseguenze pesanti sul fronte sociale. Pagata e subita in modo particolare dai lavoratori e dalle lavoratrici dell’industria metalmeccanica e dal comparto manifatturiero che hanno avuto una contrazione del reddito e in molti casi perdita del lavoro, generando un perdita delle retribuzioni maggiore di quello messo in evidenza dall’istat. Sono necessarie pertanto politiche sociali di sostegno al reddito delle famiglie e dei lavoratori e delle lavoratrici e politiche industriali che permettano al Paese di uscire dalla crisi sostenendo, l’apparato produttivo così come stanno facendo altri paesi. Condividi