Alla luce della grave empasse in cui si è arenato il dibattito sulla individuazione del candidato presidente della Regione e delle difficoltà interne al Partito Democratico, non comprendiamo il motivo per cui non si debbano fare primarie di coalizione cosi come richiesto dalla Federazione della Sinistra ormai da tempo. Le perplessità aumentano alla luce delle norme contenute nello statuto nazionale e nello statuto regionale del PD.
Lo statuto nazionale del Partito Democratico infatti all’articolo 20 comma 1: “Il Partito Democratico privilegerà il metodo delle primarie anche nel contesto di accordi pre-elettorali di coalizione con altre forze politiche in ambito regionale e locale. Tuttavia riconosce che le concrete modalità di selezione dei candidati comuni alla carica di Sindaco, Presidente di Provincia e Presidente della Regione dipenderanno dalle diverse situazioni locali e dagli effettivi contenuti dell’accordo stipulato con gli altri partiti della coalizione.” Stessa filosofia, anche se più edulcorata, recepita nell’articolo 20 comma 1 dello statuto regionale del PD dell’Umbria: ”Qualora il Partito Democratico stipuli accordi pre‐elettorali di coalizione con altre forze politiche in ambito regionale e locale, i candidati comuni alla carica di Presidente di Regione, Presidente di Provincia o Sindaco vengono selezionati mediante elezioni primarie aperte a tutte le cittadine ed i cittadini italiani che alla data delle medesime elezioni abbiano compiuto sedici anni nonché, con i medesimi requisiti di età, le cittadine e i cittadini dell’Unione europea residenti, le cittadine e i cittadini di altri Paesi in possesso di permesso di soggiorno, i quali al momento del voto dichiarino di essere elettori della coalizione che ha indetto le primarie, e devolvano il contributo previsto dal Regolamento.”
Al di là delle analogie con la discutibile pratica dell’evirazione in dispetto alla moglie, risulta incomprensibile a noi, quanto alla maggior parte dei cittadini e degli elettori del centro sinistra, il masochismo del Partito democratico che ancora oggi a quasi un mese dall’avvio della campagna elettorale, è incartato in un dibattito sterile assolutamente privo di qualsiasi seppur minimo elemento politico e di un percorso trasparente insieme ai partiti della coalizione di centro sinistra. Crediamo che sarebbe utile, in questa fase, qualsiasi contributo utile a disincagliare la “magnifica macchina da guerra” del PD dalle sabbie dei giochetti e di veti incrociati ed aiutare quelli che sembrano sempre di più gli strateghi delle sconfitte.
Stefano Vinti
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