GUBBIO - È stato pubblicato sul numero 4 di ottobre 2009 della rivista quadrimestrale “Medicea - Rivista interdisciplinare di studi medicei”, edita a Firenze, lo studio di Giuseppe Maria Nardelli e Patrizia Biscarini, dal titolo “..ogni generazione de arme, giochi de dadi et bastimiare lomnipotente”. Si tratta dei bandi emanati per Gubbio da Lorenzo de’ Medici, duca di Urbino dal 1516 al 1519, che fa il punto su una fase della storia eugubina non molto indagata. L’articolo trova la sua esatta collocazione nella rivista, e ricorda la genesi, le motivazioni ed il contenuto dei bandi che vengono emessi in occasione della nomina,da parte dello zio e Pontefice Leone X, di Lorenzo de’ Medici a reggere il ducato di Urbino a seguito della deligittimazione nel 1516 di Francesco Maria I della Rovere. Travagliata era stata la disposizione degli eugubini nei confronti di un governo diretto di Leone X, finché il 30 maggio 1516 i consoli, convinti soprattutto da un imponente schieramento di armati alle porte, avevano consegnato al commissario apostolico Andrea Grifoni di S. Miniato le chiavi della città con il giuramento di essere fedeli sudditi della Chiesa. Durante i tre anni del governo il duca Lorenzo (muore il 4 maggio 1519) vengono emanati provvedimenti diretti a regolare la vita dei territori dello Stato urbinate di cui Gubbio era città notevole, mettendo in particolare l’accento su quelli che rispecchiano le principali cure del nuovo governo, come il controllo dell’ordine pubblico con la denuncia delle armi e l’adozione di comportamenti e costumi morali più retti, con le condanne relative alle bestemmie, ai giuochi d’azzardo, ai pugni ed alle sassaiole, al lavoro domenicale, ordinando che in tutte le feste comandate dalla Chiesa non si facciano opere faticose e manuali, “excepto portare grano al molino”. Curiosi aspetti di singolarità appaiono legati alla individuazione di forme e differenziazione della bestemmia, se diretta all’Onnipotente ed alla Vergine Maria oppure ai Santi, con diversificazione della pena, ma soprattutto se a pronunciarla è un cittadino di Gubbio od un forestiero, per il quale sostanzialmente la pena è molto più ridotta ed addolcita, secondo il segno di un cambiamento dei tempi. In realtà i bandi, specie quelli sulle armi e la sicurezza, vogliono preparare una annunciata visita del duca nel dicembre del 1516 a Gubbio, per la quale si nomina un comitato per i festeggiamenti, per studiare l’addobbo delle vie ed i donativi da fare. Ma il duca concede anche di coniare moneta ed il “picciolo” di Lorenzo de’ Medici, che ha sul davanti il suo nome e sul retro la figura di S. Ubaldo, è il pezzo simbolo di questa concessione. Lo studio, corredato di una articolata ed attenta bibliografia, come è consuetudine dei due ricercatori, con gli approfondimenti delle ricerche d’archivio che sono il fondamento su cui si base in effetti la originalità della segnalazione, è arricchito dalle fotografie dei documenti d’archivio, da una immagine del cortile del palazzo ducale di Gubbio e del raro “picciolo”. La biblioteca Sperelliana ha a disposizione la copia del testo. Condividi