E' tranquillo e continua a respingere tutte le accuse Umberto Bindella arrestato per l'omicidio della studentessa pugliese Sonia Marra. Ai suoi difensori, gli avvocati Daniela Paccoi e Silvia Egidi, che lo hanno incontrato stamani nel carcere di Perugia, l'impiegato ha ribadito di essere completamente estraneo alla vicenda. ''E' consapevole - ha detto l'avvocato Paccoi - che non c'è niente di nuovo nei suoi confronti e speriamo quindi di chiarire nell'interrogatorio di garanzia che si terrà probabilmente giovedì mattina''. ''E' un dato di fatto - ha detto invece Silvia Egidi, altro legale di Bindella - che non c'era nessuna gravidanza e questo non viene nemmeno messo in discussione''. ''E' stato accertato che era negativo il test (al quale si sottopose la giovane il giorno in cui si persero le sue tracce - ndr) e questo lo riferisce anche una suora'' ha aggiunto l'altro difensore Daniela Paccoi. ''A questo punto - ha proseguito l'avvocato Egidi - qualsiasi movente risulta abbastanza anomalo''. Secondo la Paccoi la frase detta da Bindella a un amico poliziotto è stata ''è un casino''. ''Sapeva infatti – ha aggiunto - che i carabinieri lo stavano cercando perché conosceva la Marra''. I legali hanno poi sottolineato che l'impiegato – già sentito sentito prima come testimone e poi in qualità di indagato - ha riferito ''fin dal primo momento, di sua iniziativa, agli investigatori che la Marra gli chiese di acquistare per lei un test di gravidanza e lui lo fece''. Secondo i legali la ricostruzione accusatorie nei confronti di Bindella ''è una elaborazione fumosa di dati che già c'erano''. ''Una interpretazione piuttosto suggestiva'' ha detto l'avvocato Paccoi secondo la quale per il gip che ha disposto la custodia cautelare in carcere ''non c'è pericolo di fuga, mentre la reiterazione criminosa è abbastanza astratta perché non è un killer professionista''. ''Ha invece ritenuto che ci fosse il pericolo di inquinamento probatorio - ha aggiunto – per la possibilità di influenzare le testimonianze acquisite''. IL GIP MICHELI: “QUADRO ACCUSATORIO CHIARO" E' un quadro accusatorio ''chiaro'', composto da una serie di indizi, quello delineato dal gip di Perugia Paolo Micheli nell'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Umberto Bindella arrestato con le accuse di omicidio volontario e occultamento di cadavere in relazione alla scomparsa di Sonia Marra. Secondo il giudice, in particolare, l'impiegato avrebbe mentito sulla natura del suo rapporto con la studentessa, ritenuto dagli inquirenti di natura sentimentale. Tra gli elementi al centro dell'ordinanza la deposizione di un amico poliziotto di Bindella il quale ha riferito agli investigatori che l'impiegato il giorno dopo la scomparsa della Marra gli disse che era successa ''una cosa più grande di me e di te''. In quel momento - secondo la ricostruzione accusatoria - il giovane non era stato ancora informato che della studentessa si erano perse le tracce. Dubbi anche su una testimonianza relativa alla presenza di Bindella a un corso di inglese la sera della scomparsa della studentessa pugliese. Agli atti, inoltre, la descrizione fatta da una giovane che abita nel palazzo dove viveva la Marra di un uomo incontrato lungo le scale sempre la sera della scomparsa. Un identikit che - secondo l'accusa - ricorda Bindella. Dall'indagine è poi emerso che l'uomo visto lungo le scale entrò con le chiavi nell'appartamento della studentessa. Condividi