di Fulvio Lo Cicero (da
www.dazebao.org)
ROMA - Rievocazioni, film, dibattiti, accuse e difese nel decimo anniversario della morte di uno dei protagonisti della politica italiana del secolo scorso e di Tangentopoli. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in un messaggio alla moglie Anna, scrive che Craxi lasciò "un'impronta non cancellabile, in un complesso intreccio di luci e ombre, nella vita del nostro Stato democratico". Secondo Napolitano, la figura del leader socialista "non può venir sacrificata al solo discorso sulle responsabilità sanzionate per via giudiziaria. Il nostro Stato democratico non può consentirsi distorsioni e rimozioni del genere".
*** *** ***
Nessun personaggio politico italiano, a parte Benito Mussolini, ha suscitato più discussioni, confronti anche aspri, inimicizie. E di Mussolini certo sembrava, per il cipiglio autoritario e una assodata bulimia sessuale, la reincarnazione della fine del XX secolo. Benedetto Craxi, detto Bettino, nato a Milano il 24 febbraio 1934 e morto “esule” per i suoi amici-seguaci, latitante nella realtà dopo una condanna definitiva a nove anni, ad Hammamet (Tunisia) il 18 gennaio di dieci anni fa. Fu il più profondo riformatore e affossatore del Partito politico più glorioso e antico in Italia, quello socialista, il principe della politica affaristica, delle tangenti, del quasi collasso del bilancio pubblico, della commistione fra affari privati e pubblici. Insomma, fu un tipico “statista” italiano.
La conquista del Psi
La sua ascesa nel partito di Nenni, Lombardi, Giolitti è repentina. Craxi ha un carattere coriaceo; lui è duttile, intelligente, furbo. Non appartiene al nutrito contingente di intellettuali che gravitano nel Psi e che ne hanno retto le sorti fino alla metà degli anni Settanta, come il grande storico del diritto romano Francesco De Martino, la cui linea viene abbattuta proprio dalla corrente autonomista di cui Bettino è il massimo propulsore. Il futuro fromboliere di alleanze, il cacciatore delle vecchie volpi democristiane (riferito ad Andreotti, Craxi affermerà causticamente: “Tutte le volpi prima o poi finiscono in pellicceria”), conquista la segreteria con un colpo di mano.
Il segretario dei socialisti degli anni Settanta, Francesco De Martino, aveva condotto il partito nel solco della sua tradizione di una sinistra riformista, capace di influire sugli assetti di potere del partito cattolico. L’esperienza del primo centro-sinistra (1962-63), teorizzato dal maestro politico di Craxi, Pietro Nenni, non era stata certo fallimentare: l’Italia aveva posto, grazie anche ad un lungimirante Aldo Moro, le fondamenta per un’economia pubblica che rispettasse alcuni principi costituzionali in materia di proprietà e di libera iniziativa economica. Poi, dopo il 1972, con l’assunzione alla segreteria di De Martino, i socialisti avevano dovuto subire una progressiva erosione di voti, a tutto vantaggio del Partito comunista, che fece il pieno alle politiche del 1976.
Il putch, verificatosi in un albergo romano, divenuto famoso per questo, il Midas, da parte di un gruppo dirigente fino allora fedele al segretario e composto dal ras calabrese Giacomo Mancini e dal potente Enrico Manca, consentì al giovane Craxi, allora presidente dei deputati, di conquistare la segreteria.
Mancini e i suoi lo ritenevano un segretario di transizione, esattamente come Gronchi e Sturzo, agli albori della presa di potere di Mussolini (autunno 1922), consideravano il duce quale un’ottima scelta temporanea per sedare la piazza e i tumulti dei “rossi”. Le conseguenze furono più o meno le stesse. Craxi regnò per quasi un Ventennio.
Le idee politiche craxiane
Il Bettino degli inizi è un vero socialista, anticlericale, legato ad un’idea progressiva della società e alla convinzione che la sinistra riformista possa dominare l’Europa. Per questo, nei primi anni della sua leadership (1976-1979), raccoglie molte simpatie. Possente nel fisico, non bello ma duro come poteva sembrarlo il ras di Predappio, ogni volta che può solleva sul suo capo un garofano, che intanto ha sostituito la falce e il martello come simbolo del partito.
Sul fronte interno fa il vuoto; perfino un’esile ma, si scoprirà, ben finanziata opposizione, rappresentata da Claudio Signorile (delfino del vecchio capo della sinistra socialista, Riccardo Lombardi), viene ripetutamente zittita e, poi, annientata.
Il principio ispiratore di Craxi è quello di distruggere anche il Pci. Ad un certo punto (inizio anni Ottanta), la sua lotta si volge quasi come un’ossessione contro i comunisti, contro Berlinguer e la sua “questione morale” (“moralisti un tanto al chilo” li definisce sprezzante). Per far questo, si allinea alla parte più retriva della Democrazia Cristiana, l’asse Andreotti-Forlani che, nel frattempo, ha preso il sopravvento nel partito cattolico. Il “socialismo” craxiano dà vita al Caf (Craxi-Andreotti-Forlani ed è soltanto un’ironia della storia che, anni dopo, l’acronimo indicherà i Centri di assistenza fiscale), un’alleanza sostanzialmente di destra, che con le origini e le tradizioni del socialismo non ha niente a che vedere.
Il Governo
Naturalmente, l’apoteosi politica di Craxi va fatta coincidere con la sua ascesa quale capo del Governo. Dopo l’esperienza di Giovanni Spadolini (primo Presidente del Consiglio non democristiano, 28 giugno 1981), il Presidente della Repubblica, il socialista Sandro Pertini, salito al soglio quirinalizio subito dopo l’omicidio di Aldo Moro nel 1978, gli affida l’incarico, che va a buon fine (4 agosto 1983). Grazie alla prevalenza nel partito cattolico dell’ala ostile al compromesso storico – oramai morto e sepolto insieme al corpo del leader pugliese trucidato dalle Brigate rosse – impersonata da Donat Cattin, da Forlani e dal sempiterno Andreotti, il leader del garofano riesce a stare in sella fino al 1° agosto del 1986 (governo più lungo nella storia della prima Repubblica), quando, con la stessa maggioranza, forma il suo secondo Governo che resterà in carica fino al 14 aprile 1987.
L’ascesa dell’avellinese Ciriaco De Mita – che risulterà il più tenace dei suoi nemici – alla segreteria democristiana contribuirà in modo determinante a limitare l’asse preferenziale fra Craxi e Forlani e provocherà perfino l’uscita dalla coalizione dei demitiani dopo l’approvazione della legge Mammì (1990) sul sistema radiotelevisivo, smaccatamente favorevole, per volere di Craxi, al magnate delle televisioni private Silvio Berlusconi (per questa legge Craxi riceverà una tangente di 21 miliardi da Berlusconi). Senza la protezione di Craxi, il magnate di Arcore non sarebbe diventato il più importante imprenditore italiano e uno degli uomini più ricchi del mondo, né sarebbe mai assurto a Palazzo Chigi.
Il sistema tangentopoli
Gli attuali aedi del leader socialista declamano i risultati dei suoi due Governi e la sua incisiva azione politica. Alcuni, perfino nell’attuale principale partito della sinistra, il Pd, parlano di un Craxi lungimirante. Nella realtà, Craxi fu l’autore di un deciso taglio della scala mobile, che indebolì fortemente il potere di acquisto di salari e stipendi (la scala mobile sarà poi abolita del tutto nel 1993, senza sostituirla con altro sistema di garanzia del valore d’acquisto dei salari). Il rapporto debito/Pil aumentò esponenzialmente, fino a raggiungere la soglia del 90% e fu attuato il primo condono edilizio nel 1985 (messo in campo dal socialdemocratico Franco Nicolazzi, poi condannato a seguito dello scandalo delle “carceri d’oro”). Mentre nel 1984 rafforzò la sua immagine mussoliniana con la firma della revisione del Concordato del febbraio 1929, che innovò assai poco i rapporti fra lo Stato e la Chiesa.
Oggi di Bettino Craxi si ricorda con più nettezza l’affinamento del sistema di tangenti, che trovò proprio in lui il più intelligente e pervicace teorizzatore e utilizzatore. Dopo la scoperta del primo “mariuolo” (così lo definì il leader socialista), Mario Chiesa, che intascava mazzette perfino per le sepolture degli anziani deceduti del “Pio Albergo Trivulzio” di cui era presidente, il pool di Milano arrivò anche al capo dei socialisti, scoperchiando un partito che si reggeva unicamente grazie alla corruzione dei suoi dirigenti. Dal 15 dicembre del 1992 al 23 marzo del 1993, gli avvisi di garanzia che i giudici di Milano gli inviano sono tredici. Intanto, l’11 febbraio dello stesso anno, Craxi si dimette dalla segreteria del partito. Il 29 aprile pronuncia in Parlamento un vibrante discorso nel quale ritiene di potersi giustificare dei miliardi illecitamente intascati denunciando che tutti i partiti politici sono corrotti. Sicuramente, quello che dice è vero ma non è che un rapinatore non è più un rapinatore perché tutti i suoi simili sono dei rapinatori. E Ad Hammamet, durante la sua latitanzapoi, le indagini che lo porteranno ad una condanna ad oltre nove anni dimostrano che Craxi intascò anche soldi per conto suo, grazie a vari faccendieri, come l’ex barista Maurizio Raggio o Silvano Larini (il quale confessò di aver portato valigie di miliardi e di averli consegnati direttamente nelle mani di Craxi). Anzi, il partito fu lasciato fallire, non furono più pagati stipendi e liquidazioni, ciò che, facilmente, con tutti i miliardi intascati, Craxi avrebbe potuto fare. La verità storica dimostra come i reati compiuti da Craxi e dai protagonisti della prima Repubblica furono gravissimi, perché incisero ed incidono sulla qualità della vita degli italiani e perché mostrarono la degradazione della politica a mero strumento di arricchimento e di potere personale.
A distanza di diciassette anni da quegli avvenimenti e a mente fredda, parlare di un “Craxi statista” sembra proprio azzardato. Questa qualità, allora, non gliela riconoscevano nemmeno gli stessi socialisti che oggi lo santificano, come Fabrizio Cicchitto e Rino Formica; anzi, ne denunciavano la protervia e l’arroganza. Ma adesso, l’imperativo categorico è quello di rivedere tutto e di considerare Craxi uno dei padri della Repubblica (addirittura si chiede il rientro del suo corpo in Italia, con gli onori di Stato). L’ordine viene direttamente da Arcore, cioè dal finanziatore storico di Craxi: Silvio Berlusconi. E allora tutto torna.
Recent comments
12 years 14 weeks ago
12 years 14 weeks ago
12 years 14 weeks ago
12 years 14 weeks ago
12 years 14 weeks ago
12 years 14 weeks ago
12 years 14 weeks ago
12 years 14 weeks ago
12 years 14 weeks ago
12 years 14 weeks ago