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SPOLETO - Giuliana Musso, apprezzata narratrice friulana, presenta al Teatro Caio Melisso di Spoleto due suoi spettacoli di successo, con la regia di Massimo Somaglino, giovedì 21 gennaio, alle 21, Nati in casa e venerdì 22 gennaio, alle 21, Sexmachine. Nati in casa è la storia tutta al femminile di una levatrice in un paese di provincia di un nord-est italiano ancora rurale. La vicenda non si trova nei libri di storia, ma nel ricordo delle persone, attraverso tante interviste ed è disegnata tracciando linee semplici tra un aneddoto e l’altro, memorie di fatti eccezionali solo per chi li vive. Come quando di notte suonava il campanello ed era sempre una corsa, a piedi, col calesse, in bicicletta e persino a dorso d’asino e accompagnata da almeno due persone perché anche la levatrice era una donna e di notte da sola con un uomo “foresto” non si poteva andare; o quando un giorno benedetto ebbe da assistere ben cinque partorienti e in quel piccolo paese nacquero cinque bambini sani in un sol giorno; quando in quella casa fece nascere il decimo bambino, dopo nove femmine, ed era un maschio, che lo alzò al cielo come un piccolo Mosè; e quando una giovane donna incinta che si voleva buttare nel fiume uscì dalla sua casa e non ci si buttò … quando erano così poveri che il bambino appena nato lo adagiarono in un cassetto … Eventi straordinari di vita quotidiana. O eventi quotidiani di una vita straordinaria. Come nascere. Prima la testa, poi le spalle … e sei nato. E attraverso la memoria, un’analisi della maternità di oggigiorno: modi, tempi, luoghi, figure professionali e protagonisti reali. In Sexmachine un'attrice e un musicista in scena danno voce e anima a sei personaggi, quattro uomini e due donne: Dino, pensionato; Vittorio, agente di commercio; Monica, mamma di Cristian; Silvana, prostituta; Igor, ventenne addetto all'assemblaggio; Sandro, piccolo imprenditore. Hanno tutti in comune due cose: appartengono alla cultura del nord-est e trovano soddisfazione ai loro bisogni e ragione alle loro paure nel variegato e complesso mondo dei rapporti sessuali a pagamento. Mentre quella delle prostitute è una categoria numericamente ristretta, indagabile e indagata, dei clienti non si sa nulla, niente viene messo in discussione. Perché i clienti siamo noi. Tutti noi. Noi italiani: figli mammoni e amanti focosi, noi, con le donne più belle del mondo (ah... la Loren!) e il sacro vincolo del matrimonio e la famiglia al primo posto e i figli che son pezz'e core. Amanti delle cose belle e della buona cucina, amanti. Ammiratori. Corteggiatori. Un po' gelosi ché "se no che amore è?!", e anche un po' possessivi e bigotti "copriti svergognata...". Noi! Popolo di santi, poeti, navigatori e uomini che vanno a puttane. Sexmachine ci parla di sesso e potere. Oggi. Nella grande macchina del sesso ci siamo tutti, basta sapersi riconoscere, basta ammettere di essere inclusi... Eccoci a pensare che una donna che vende il proprio corpo non è normale, o è una pazza o è una poveretta... mentre il maschio ha degli istinti da sfogare, è normale, ha dei bisogni fisici da soddisfare, è la sua natura in fondo. Lui è pulito: paga. Lei è sporca: guadagna. Lui si vanta con gli amici. Lei vive nell'ombra. Se beccati: lui prende una multa, lei va in galera. Sexmachine Ci parla di sesso e denaro. Oggi il sesso è l'anima del commercio. Non esiste prodotto che non possa essere pubblicizzato da un bel corpo nudo, da un gesto lascivo, da un simpatico doppio senso: compri un deodorante e ti tromba Banderas, mangi un gelato e godi, guidi l'auto e riesci a raggiungere l'orgasmo. Oggi per fare sesso non serve più fare sesso. Sexmachine è la macchina delle libertà. Perché grazie a Dio oggi lo possiamo fare dove,come e con chi vogliamo. E più liberi siamo e più andiamo a farlo di nascosto, con donne che non conosciamo e che talvolta libere non sono. I rapporti sessuali a pagamento in Italia sono - ogni giorno - più di 25.000. Quasi 10 milioni di rapporti all'anno esprimono in modo chiaro ed inequivocabile un bisogno di sesso che i rapporti gratuiti e reciproci o non possono o non sanno soddisfare. Sexmachine ovvero del bisogno di ricerca di sesso altro. Andare a puttane non è una malattia. Devono parlare gli uomini: abbiamo bisogno di sapere del loro grande amore per le prostitute e del loro simultaneo disprezzo per queste donne. Mentre il mercato si espande e la domanda di sesso mercenario cresce, crescono gli abusi, i crimini, e si concretizza, sotto forma di leggi dello Stato, la voglia di ridurre la libertà delle donne e di limitare il loro diritto ad esercitare con dignità e sicurezza il loro mestiere. La prostituta e i suoi clienti sono i soggetti del più grande paradosso dei nostri tempi. Per informazioni e prenotazioni ci si può rivolgere telefonicamente, fino al giorno precedente lo spettacolo, presso il Botteghino Telefonico Regionale del Teatro Stabile dell’Umbria, tutti i giorni feriali, dal lunedì al sabato, dalle 16 alle 19, al n°075/57542222. E’ possibile acquistare i biglietti on-line sul sito del Teatro Stabile dell’Umbria www.teatrostabile.umbria.it. Condividi