di Daniele Bovi
La lettera del senatore Ceccanti (coestensore dello statuto nazionale del Pd) in risposta ad un nostro articolo ha, se possibile, ingarbugliato ancora di più la questione della scelta del candidato presidente per le regionali del 28-29 marzo. Il punto del contendere è questo: se Mauro Agostini, per ora l’unico candidato alle (eventuali) primarie del 24 gennaio, continuasse a rimanere l’unico candidato, diventerebbe automaticamente il candidato del Pd o dovrebbe andarsi a cercare il 51% di sì dell’assemblea regionale?
Secondo Ceccanti la candidatura Agostini scatterebbe in maniera automatica, mentre secondo il capogruppo Pd in Regione Rossi no. Un no chiaro che ha ribadito anche oggi pomeriggio ad Umbrialeft: “Quella di Ceccanti – dice – è un’opinione personale. Da questa situazione si esce con la politica e non con i giuristi. Ripeto, le sue argomentazioni sono legittime ma personali e perciò le contesto. In più, Ceccanti ha una concessione degli organismi dirigenti che non condivido. Il nostro regolamento dice che in presenza di un solo candidato questo deve cercarsi i voti in assemblea”.
Per quanto riguarda il nome dell’ormai arcinoto candidato condiviso, Rossi non si sbilancia: “Lasciamo lavorare il segretario e vedrete che saprà sciogliere bene il nodo. Certo, se autorevoli esponenti nazionali si occupassero meno di regolamenti e più di altre questioni ci darebbero una mano”.
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