PERUGIA - ''Penso che la verita' assoluta la conosce solo Dio, ma con un po' di sforzo e di lavoro nelle indagini, si possa arrivare a capire la responsabilita' o meno di persone indagate'': e' quanto ha scritto Raffaele Sollecito, condannato a 25 anni di reclusione per l'omicidio di Meredith Kercher al quale si e' sempre proclamato estraneo, in una lettera letta oggi dalla sorella Vanessa nel corso di ''Domenica cinque''. La giovane e' stata ospite in studio e l'ufficio stampa Mediaset ne ha diffuso una sintesi con una nota. Secondo Vanessa Sollecito, Raffaele ''era un bambino molto calmo e pacato''. ''Raffaele non sta bene - ha aggiunto - perche' e' un innocente in carcere, ma si nutre della forza che noi gli diamo e della forza che persone da tutto il mondo gli trasmettono. Quella notte non era in quella casa, ma era a casa sua''. Vanessa Sollecito ha quindi letto quanto scritto da Raffaele pochi giorni fa in carcere. ''Ormai sono passate tre settimane - ha affermato Sollecito - da una sentenza che io reputo completamente arbitraria. Sono molto giu' e sfiduciato nei confronti della giustizia e delle istituzioni burocratiche. Vado a dormire molto tardi e dormo male. Durante la giornata, quando esco dalla cella, mi guardo intorno e sento un vuoto immenso che risucchia l'anima del mio cuore. Quando mi metto a leggere o a studiare e la mia mente evade, mi sento un po' meglio, ma, appena torno alla realta', la tristezza mi avvolge, e questo mondo orrendo tenta di risucchiarmi''. ''Un'altra cosa che mi fa riflettere - ha affermato ancora Raffaele Sollecito nella lettera - e' che la famiglia di Meredith si affida ciecamente ai tribunali e alle indagini della polizia e non tenta nemmeno di approfondire e capire meglio cosa e' successo il primo novembre 2007 in via della Pergola. Penso che loro abbiamo il diritto di sapere cosa e' successo e, non come si puo' fantasticare sopra per la gioia dei giornalisti, sommariamente e erroneamente. Penso che anche Meredith ha il diritto di riposare in pace sapendo che la vera giustizia trionfa sempre e che tutti abbiamo diritto di sapere cosa e' successo realmente''. ''Il problema e' che nel mio caso - ha concluso Raffaele Sollecito nella sua lettera - si sono fatti molti errori a monte nelle indagini e nessuno vuole ancora ammetterli''. Condividi